La Roma cade a Verona contro la squadra di Baroni che, al termine della seconda giornata, si trova a punteggio pieno grazie a una partita giocata con grande lucidità e mestiere. Gli scaligeri sono stati bravi a sfruttare le occasioni che la Roma ha concesso per errori individuali e di squadra e ha capitalizzato al massimo una partita condotta per larghi tratti dalla squadra ospite.
Mourinho sceglie il doppio pivot affiancando Paredes a Cristante con Pellegrini assegnato al compito di accendere Dybala e Belotti mentre il Verona risponde con Djuric a far da torre per le incursioni di Ngonge e Folorunsho, pronti a creare difficoltà tra le linee di difesa e centrocampo giallorosse. Gli scaligeri al primo affondo trovano il vantaggio con Duda che, approfittando di una presa maldestra di Rui Patricio su un tracciante di Terracciano, è bravo ad avventarsi sulla sfera e a ribadire in rete.
La Roma reagisce rabbiosamente e alza i giri del motore insediandosi stabilmente nella trequarti dei padroni di casa, con Cristante che colpisce la traversa su classica spizzata da calcio d’angolo al 10′. Al 16′ Pellegrini si mette in proprio agganciando un pallone difficilissimo ma, scartati due difensori con un stop, calcia clamorosamente a lato da ottima posizione. La Roma fa possesso ma rallenta i giri, innervosita dall’incapacità di bucare la difesa a tre schierata da Baroni e si rivede dalle parti di Montipò soltanto al 31′ con Zalewski che, raccolto un cross lungo di Kristensen, calcia a botta sicura trovando l’intervento miracoloso di Magnani.
I giallorossi fanno la partita ma a colpire, nel finale di tempo, è nuovamente il Verona grazie a Ngonge che, colpevole la difesa altissima della Roma, trova il 2-0 involandosi in campo aperto prima di mettere a sedere Smalling e battere Rui Patricio con un lucido mancino a giro.
Reazione Roma, Aouar riapre la gara ma non sfonda il muro gialloblu
Nella ripresa la Roma cambia modulo e anche marcia, fuori Llorente per El Shaarawy con l’innesto di Spinazzola a sinistra al posto di Kristensen e Aouar per dare maggiore velocità alla manovra al posto di Paredes. Il nuovo assetto tattico alza il baricentro della squadra e i frutti si vedono immediatamente: El Shaarawy scalda le mani a Montipò con una girata potente ma centrale. L’estremo difensore è ancora bravo su Mancini ma non può nulla quando sull’ennesima palla inattiva viene anticipato in uscita consentendo ad Aouar di realizzare il suo primo gol in giallorosso a porta vuota.
La Roma continua a spingere ma perde prima Zalewski, vittima di uno scontro violentissimo con Duda e poi Dybala che a venti dalla fine chiede il cambio per un risentimento muscolare. A dieci minuti dalla fine Hien viene espulso per fallo da ultimo uomo su Belotti e sulla punizione che ne scaturisce Pellegrini colpisce il secondo legno della stagione, dipingendo una parabola tanto meravigliosa quanto sfortunata.
Doveri, date le tante interruzioni commina 10 minuti di recupero, diluiti poi dall’infortunio di Davidowicz, e la Roma sfiora due volte il pari, prima con un destro di Mancini respinto a pugni chiusi da Montipò e poi con un altro inserimento di Aouar che, imbeccato da Cristante, sfiora il palo a portiere immobile.
Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.