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Ieri si è chiusa la stagione del Torino con una sconfitta che ha messo la parola fine alle residue speranze di agganciare il treno europeo. Una stagione appena sufficiente che lascia spazio ai rimpianti per i tanti punti buttati via nell’arco della stagione. Ma oggi andrà in scena un’altra partita, ovvero l’incontro decisivo tra Cairo, Vagnati e Juric in cui si deciderà il futuro del Toro e del tecnico croato sulla panchina granata.

Ivan Juric resterebbe volentieri sulla panchina del Toro. A Torino ha affermato il suo modello gestionale. La sua capacità di creare un’identità di gioco e di rivitalizzare la rosa. Nonostante l’estate scorsa siano stati ceduti pezzi da novanta come Belotti, Bremer, Brekalo, Praet, Pobega, Mandragora, ha portato a rendere al massimo delle loro possibilità giocatori come Buongiorno, Schuurs, Sanabria, Ricci, moltiplicando il loro valore di mercato, senza dimenticare il rendimento positivo di calciatori come Rodriguez, Linetty, Djidji che sembravano aver chiuso con il Toro da tempo.

Juric è un tecnico ambizioso e vuole alzare l’asticella. Tuttavia bisogna tenere in conto una serie di variabili che potrebbero rovinare tutto. Il bilancio del Toro quest’anno ha fatto registrare un passivo di 6,2 milioni di euro, un’inezia considerato i bilanci dell’80% delle società di serie A e dato positivo rispetto al bilancio 2021 che fece registrare una perdita di oltre 32 milioni. Questo potrebbe portare ad un margine di manovra maggiore sul mercato anche se il modus operandi di Urbano Cairo è arcinoto ed è impensabile aspettarsi uno slancio generoso sul mercato. Per mantenere i conti in ordine potrebbe arrivare una cessione importante (al netto dei soldi che arriveranno da Izzo, Verdi se il Verona si salverà, la rata di Bremer e Singo in caso di un’offerta congrua) ma Juric vuole garanzie per mantenere l’impalcatura della squadra che passerà inevitabilmente dai riscatti dei calciatori attualmente in prestito e da acquisti di calciatori giovani, forti e altri di comprovata esperienza, nei ruoli dove il Toro è attualmente scoperto e carente.

Ieri sera il tecnico croato nel post partita è stato piuttosto lapidario .

Per le aspettative della piazza e la storia del Toro si deve lottare per obiettivi prestigiosi, ma la realtà dice che non si ha il potere economico come altre società. Su certe cose come i riscatti e la disponibilità bisogna avere idee molto più chiare e che non si ripetano cose tra me e Vagnati, anche se lui non c’entra niente, perché è stata una conseguenza di cose non fatte bene e allora sei disperato, vai fuori di testa perché non hai giocatori da allenare. Questo sicuramente bisogna evitarlo. Ora la situazione è un po’ migliore, perderemo un po’ meno giocatori, ma è chiaro che tutti vogliamo crescere. Se non si faranno certe cose diventerà veramente difficile tenere tutto il gruppo. Il presidente ha fatto tanti passi in avanti, ma in passato ha sbagliato acquisti spendendo tanti soldi e poi le annate sono andate molto male, per questo dico che bisogna lavorare molto bene senza pensare di fare cose allucinanti. Vediamo come pensa il presidente che debba proseguire l’azienda Torino”.

Voglio vedere solo cosa pensa il presidente: lui è il capo, lui vede, lui sa cosa vuole fare e io lo ascolterò bene e poi vedrò se c’è la possibilità, pur sapendo che non si possono fare cose che si fanno in altre società, di progredire e andare avanti. Ci sono tante  incognite, tanti giocatori che non sono nostri, è quindi normale ascoltare e sentire quali sono le idee del presidente” . Per decidere di conseguenza se rimanere o meno.