Sono passati 13 anni dall’ultima finale di Champions League disputata dall’Inter, il 22 maggio 2010 allo stadio Santiago Bernabéu di Madrid.
In quell’occasione gli uomini del tecnico portoghese, Josè Mourinho, hanno avuto la meglio sul Bayern Monaco dell’olandese Luis Van Gaal grazie ad una doppietta del bomber nerazzurro Diego Milito, che ha permesso all’Inter di mettere in bacheca la terza Champions della sua storia.
La vittoria della Champions League 2009-2010 è stata la ciliegina sulla torta della strepitosa stagione dei nerazzurri, che si sono presentati alla finale di Madrid freschi di vittoria della Coppa Italia e dello scudetto.
Con la vittoria della massima competizione europea per club, l’Inter ha realizzato il famoso “Triplete” ; un traguardo che, ancora oggi, è rimasto ineguagliato da una squadra italiana.
Uno dei protagonisti di quell’impresa è l’ex trequartista, classe 1984, Wesley Sneijder.
L’arrivo dell’olandese a Milano, all’epoca, fu un autentico colpo di mercato: svincolatosi dal Real Madrid nell’estate del 2009, è approdato all’Inter a parametro e si è rivelato un elemento fondamentale per la squadra, contribuendo con 41 presenze e 8 gol ai successi dei nerazzurri e scolpendo il suo nome nei cuori dei tifosi interisti.
Nella gara di ritorno dell’euro-derby di semifinale di Champions League, Sneijder era presente a San Siro, insieme a Marco Materazzi, suo compagno di squadra al tempo, i quali hanno assistito alla partita dagli spalti della curva nord.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex centrocampista nerazzurro ha rilasciato le sue dichiarazioni in merito alla finale di Istanbul che vede coinvolta la sua ex squadra contro il Manchester City di Josep Guardiola: “Paragoni tra la semifinale vinta da noi e questa finale? Sono diverse le squadre ed è anche cambiato il calcio. Guardiola continua ad innovare e ha un gruppo straordinario, ma qualcosa dietro può concedere. Inoltre -prosegue l’olandese- fisicamente l’Inter è strutturata e può reggere l’urto. Haaland è al momento forse il centravanti più devastante d’Europa, ma nessuno vince da solo. Inoltre, i giocatori del City sono tutti pericolosi: inutile concentrarsi su uno solo”.