“Prima di Massimiliano Allegri 2021-2023, un allenatore della Juventus non rimaneva senza trofei per due anni di fila dai tempi di Rino Marchesi (1986-88)”. Parole del noto giornalista Giuseppe Pastore.
Chi scrive stimava Allegri come tecnico nel periodo 2014-2018. Ne riconosceva la bontà delle partite in Europa. Lo applaudì per i tre tempi su quattro giocati alla grande contro Guardiola dopo un’inizio terribile. Sosteneva che la Vecchia Signora aveva riacquisito quel DNA europeo grazie al tecnico livornese. Esteticamente non è mai stato il massimo, ma era un tecnico efficace.
Sarebbe disonesto intellettualmente paragonare questa rosa, costruita nel peggiore dei modi con quelle del 2015 e del 2017. Se la prima finale di Champions fu frutto anche del lavoro di Conte, la seconda è completamente farina del sacco di Allegri. Ricordiamo poi grandi ma sfortunate gare di ritorno, come la succitata partita di Monaco e quella di Madrid.
Mantenendo sempre l’onestà intellettuale, non possiamo certo affermare che questa rosa era da scudetto. Allegri è comunque secondo sul campo. Questa squadra ha ottenuto un buon numero di punti contro le piccole e supererà il punteggio dello scorso anno. Ha avuto Chiesa tardi e in condizioni non ottimali. Di Maria è un calciatore al crepuscolo, Chiellini è andato via lo scorso anno e Bonucci è a fine carriera. Così come Cuadrado.
Ciò detto, questa squadra non ha uno straccio di idea di gioco che non si fondi sulla giocata del singolo. Nel finale sono stati messi stancamente in mezzo improbabili campanili. La squadra non è mai stata corta e unita. Trame di gioco disorganizzate e squadra senz’anima. Non hai Pirlo, Vidal, il vero Pogba, Marchisio, Matuidi e tanti altri. Tuttavia, con Locatelli, Rabiot, Bremer, Danilo, Vlahovic e Chiesa hai la squadra per eliminare una compagine che in Liga ha fatto parecchia fatica.
Qualsiasi discorso sul DNA da Europa League del Siviglia sarebbe delirante. Hanno giocato alcuni scarti della Serie A o del campionato portoghese. In difesa c’erano un centrocampista adattato e un giovane. A destra ha giocato un 38enne. I due davanti alla difesa hanno un totale di 70 anni. Non è ammissibile che per gli avversari si debba parlare di “esperienza” e per te di “calciatori a fine ciclo”. Cuadrado e Di Maria non erano i più vecchi in campo.
José Luis Mendilibar è un tecnico di 62 anni reduce da un esonero all’Alaves e qualche buona stagione all’Eibar. Non stiamo certo parlando di un tecnico super moderno tantomeno abituato a vincere e con esperienza nelle coppe.
Restando in tema di allenatori, pensiamo a José Mourinho. Quest’ultimo ha una rosa inferiore rispetto a quella di Allegri. Vero che la Roma ha preso avversarie modeste, ma lo stesso Siviglia era inferiore alla Juve. I giallorossi, pur privi di vari giocatori e in difficoltà fisica e tecnica, hanno resistito agli assalti avversari. Quando sembravano essere stati eliminati dal Feyenoord hanno trovato la zampata giusta nel finale. E contro il Leverkusen hanno subito zero gol.
Pertanto, il fatto che la Roma abbia raggiunto la finale eliminando avversarie ad essa inferiore non sminuisce il lavoro di Mourinho bensì rappresenta un’aggravante per Allegri. Capita di uscire a seguito di partite condizionate dalla sfortuna, dagli arbitraggi o da tanti infortuni. Non è stato il caso di ieri.
Il credito nei confronti di un tecnico, per quanto possa essere stato amato, ha un limite. Il “cavallo di ritorno” si è rivelato un flop. Se avesse accettato altri club, Allegri avrebbe lasciato uno splendido ricordo alla Juve. Ha voluto rimettersi in gioco, anche per l’offerta sostanziosa ricevuta. Gli è andata male e non sembrano esserci margini per risollevarsi. Qualunque sia l’esito delle inchieste della procura, bisogna voltare pagina in panchina.
C’eravamo tanto amati…

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione