Che Luciano Spalletti sia un tipo bizzarro non lo scopriamo di certo oggi. Citazionista come pochi, carattere goliardico da vero toscano doc e tante immagini che fanno parlare di sé, quasi sempre nel bene, come l’ultima in cui, con la sua mitica Panda, esce dal centro sportivo del Napoli con addosso una maschera. Ieri, prima della sfida contro il Monza, è apparso sulla sua panchina un bambino con addosso la maglia di Maradona, conosciuto fuori dallo stadio. Le richieste del piccolo hanno avuto la meglio e Daniele ha avuto l’onore di entrare a bordocampo con l’allenatore della sua squadra del cuore.
“Ogni volta ci sono centinaia di bambini fuori che aspettano ore per vedere arrivare il pullman dei calciatori del Napoli. Questo ragazzino qui smaniava dalla voglia di dare il 5 a tutti e poi urlava: ‘Mister, mister, portami in panchina per te’. Allora ho pensato: ‘E che problema c’è?’. Gli ho fatto fare un giro nel nostro spogliatoio e l’ho portato a vedere il campo da dentro. Lui passeggiava e diceva: ‘Wow, è una cosa bellissima’. Poi l’ho accompagnato fuori dal campo. Ma la presenza di bambini così significa solo una cosa: il nostro calcio ha un grande futuro“, Spalletti ha raccontato così.
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Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.