“Velha raposa” è un’espressione portoghese, traducibile letteralmente con “vecchia volpe”, con cui si designano determinati allenatori. Questo appellativo è sovente stato assegnato a José Mourinho. Meno roboante rispetto a “Special One”, ma che più che mai contraddistingue le caratteristiche del tecnico di Setubal.

Il campionato della Roma è stato finora deludente. A inizio stagione la tifoseria giallorossa aveva riposto enormi aspettative per quanto riguarda il raggiungimento del quarto posto. Obiettivo alla portata considerando la probabilissima penalizzazione della Juventus. Sempre comunque con un eventuale quinto posto sul campo. Tuttavia la Roma è attualmente settima.

L’ala scettica su Mourinho tende a definirlo “bollito”. Altro che “Velha raposa”, quindi. Le prestazioni sono state altalenanti e la squadra non ha mai dato l’idea di poter inanellare una serie consistente di risultati utili. Sono arrivati comunque punti contro Milan (due pareggi), Juve (4 punti) e Inter (vittoria a San Siro). Pesano invece le doppie sconfitte con Napoli (ma al ritorno con onore), Lazio (due bruttissimi derby) e Atalanta (andata sfortunata, ritorno condizionato da grande stanchezza).

Lo scorso anno la Roma ha vinto la Conference League non facendo harakiri nei momenti che contavano. Ha perso due volte, di cui una malissimo, contro il Bodo, ma ha stravinto la gara decisiva. Lì Mou ha vestito i panni della “Velha raposa”, azzannando la preda nel momento decisivo. La differenza tecnica con Leicester e Feyenoord era oggettiva a favore dei giallorossi. Eppure storicamente le italiane sono spesso uscite dalle coppe a causa di veri e propri harakiri.

Il campionato 2021/2022 della Roma non è stato positivo. L’abulico sesto posto è lo specchio delle difficoltà di una squadra e una società che hanno navigato a vista. Eppure è arrivato un trofeo. Avversarie nettamente inferiori? Senza dubbio, ma con tante partite ravvicinate la caduta è dietro l’angolo. Basti pensare che lo scorso anno la finale di Europa League è stata disputata da due squadre pessime come Eintracht e Rangers. E in quella competizione hanno fatto harakiri tutte le big.

Invero, il girone dei giallorossi non è stato positivo. Un po’ come quello della scorsa Conference League. La qualificazione è arrivata solo all’ultima giornata, grazie alla vittoria per 3-1 contro il modesto Ludogorets. Il Betis ha avuto la meglio nelle due gare.

Nella fase a eliminazione diretta sono venute fuori le doti di “Velha raposa” di José Mourinho. Salisburgo e Real Sociedad sono squadre inferiori, ma in grado di creare grattacapi se non sei al top. Entrambe sono state regolate. La Roma ha rimontato il Salisburgo all’Olimpico e, sempre tra le mura amiche, ha messo tra sé e i baschi un vantaggio sufficiente in vista del ritorno all’Anoeta. Brividi contro il Feyenoord. Sconfitta in Olanda. 1-1 fino al novantesimo a Roma, con la qualificazione che sembrava sfumare, ma poi gol di Dybala e vittoria ai supplementari.

C’è stata una dose di fortuna? Sarebbe disonesto intellettualmente negarlo. La fortuna però bisogna guadagnarsela. Si può imputare a Mourinho un gioco non proprio moderno. Possiamo imputargli i risultati in campionato. Naturalmente non l’eliminazione dalla Coppa Italia, competizione su cui i giallorossi non hanno puntato. Non possiamo però negare che questa Roma non molla mai.

In conclusione, quando arrivano i momenti decisivi, la “Velha raposa” compie veri e propri colpi di coda. Il Leverkusen è una squadra inferiore. Lo abbiamo visto lo scorso anno contro l’Atalanta. La Roma però non potrà contare su alcuni elementi importanti ed è una squadra fisicamente in difficoltà, dilaniata dai tanti impegni. Ed è qui che possiamo aspettarci la mandrakata di Mourinho. Nel suo regno: l’Europa.