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Il Chelsea in crisi è l’ennesima dimostrazione che mercati faraonici e giocatori collezionati come figurine non sono garanzia automatica di successo. I Blues, nonostante il mercato invernale più dispendioso della storia, sta pagando lo scotto di una rosa talentuosa ma non amalgamata, così vasta che si allena addirittura su due campi per permettere a tutti di poter svolgere gli allenamenti con le giuste distanze.

Se il PSG sembra aver capito che i successi, soprattutto in Europa, nascono dallo spirito di squadra e da un lavoro di crescita, il nuovo proprietario del Chelsea sta pagando di tasca sua la scelleratezza di pezzi da 90 messi in campo senza alchimia.

chelsea allenatore
Foto account Twitter Squawka

Il dodicesimo posto della squadra del nord di Londra in Premier League è la firma sul fallimento del “calcio delle figurine”, come sottolineato anche da Klopp:

“Devo essere onesto, sono un po’ triste per il Chelsea ma anche felice perché non sta andando bene la loro stagione. Restano un grande club ma fa piacere vedere che non puoi semplicemente comprare giocatori su giocatori ed ottenere risultati. Devi invece costruirla una squadra, hanno sottovalutato questo aspetto e dato agli allenatori un lavoro impossibile da fare”

Il tecnico tedesco ha poi sottolineato la differenza tra il Chelsea e il suo Liverpool, figlio di un’altra filosofia di club più improntata sul concetto di creazione di un gruppo:

Non puoi avere due spogliatoi, non puoi allenare la squadra su due campi. Devi creare delle relazioni, dei legami, uno spirito di squadra. È per quello che sono un po’ felice. Ma alla fine il Chelsea si sistemerà e saranno fortissimi l’anno prossimo. Noi al Liverpool però ragioniamo in modo diverso. Portiamo qui i giocatori giusti e costruiamo una squadra”.

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