Nella Roma che ha perso contro l’Atalanta perdendo quella piccola dote di distacco che aveva accumulato sulle milanesi nella corsa Champions stravolta dal rientro della Juventus, sono in pochi i giocatori che sono riusciti ad approcciare il match senza aver smaltito le tossine della gara contro il Feyenoord. Ecco le pagelle dei giallorossi impegnati nella sconfitta di Bergamo:

Rui Patricio 4: Il portiere portoghese ha spesso tenuto a galla la Roma con grande affidabilità ma questo non è un voto alla stagione, bensì a una gara in cui il suo errore clamoroso ha chiuso la contesa pochi secondi dopo il gol del momentaneo 2-1 di Pellegrini. Troppo grave la svista in un momento apicale della gara.

Mancini 6: Non va in difficoltà ma, complice un colpo in testa che lo destabilizza dopo appena 2 minuti, non ha la solita “garra”. Esce nel finale perché anche lui è umano e deve riposare almeno una ventina di minuti.

Llorente 5,5: Ordinato, elegante palla al piede e anche discretamente cattivo, Llorente si prende il “cervello” della difesa a causa dell’assenza di Smalling. Va in sofferenza su Zapata a cui paga centimetri e troppa fisicità, non riuscendo ad arginare il colombiano. Esce per infortunio e l’impressione è che non sarà una cosa breve.

Ibanez 4,5: In ritardo sul gol di Pasalic e in continuo affanno su Emerson, mentalmente soffre la “competizione” con Llorente. Tenta di sopperire con la fisicità ma è insicuro nelle uscite e senza “papà Smalling” si perde.

Celik 5,5: Ben 19 palloni persi possono essere un record per un terzino che dopo la Cremonese ha perso ogni genere di fiducia. Mette dentro qualche cross mai pulito ma si vede che fare l’esterno che si mangia la fascia non è pane per i suoi denti.

Cristante 6: La solita bussola che tenta di regolare il centrocampo giallorosso, più arretrato possibile a schermare una difesa insicura per l’assenza di Smalling. Di lotta e di governo fa qualsiasi cosa, anche il centrale aggiunto quando Llorente alza bandiera bianca e la Roma resta in dieci.

Bove 5,5: Cerca di corrodere i centrocampisti dell’Atalanta ma anche lui incappa in una partita dove si nota l’impegno, ma emerge qualche fragilità tattica soprattutto nell’aggressione che spesso lo porta fuori posizione.

Zalewski 5,5: Torna sulla sinistra dopo essersi acclimatato sulla destra ma non è il solito Zalewski, troppo in affanno e stanco dopo le fatiche di coppa. Si propone spesso ma viene attaccato altrettanto proprio da quel lato, dove Gasperini ha individuato nella sua fase difensiva l’anello debole della retroguardia giallorossa.

Pellegrini 6,5: Definitivamente ritrovato, unica buona notizia di una serata nata storta. Terzo gol su azione consecutivo, tanta qualità e ricerca degli spazi in un centrocampo atalantino istruito ad arte per limitargli i rifornimenti. Quando entra altra qualità trova maggiori spazi e anche un bel gol che riapre la partita per un minutino. Colpisce anche un palo su punizione nel finale.

Solbakken 5: Il norvegese torna dall’infortunio e non manca di volontà. La qualità però è un’altra cosa e lui in questa gara ha l’ingrato compito di muoversi dove solitamente gravita Dybala. Prova qualche strappo, è generoso, ma in fase offensiva non esiste.

Abraham 4,5: Scenografico e impalpabile. Lotta e si spende ma non attacca l’area di rigore, non riesce a calciare nello specchio della porta e si rende pericoloso soltanto con un colpo di testa spizzato. Troppo poco in un momento in cui ritrovare il vero Abraham, quello dello scorso anno, è diventata una necessità impellente.

Matic 6: Entra per dare maggiore ordine a centrocampo e ridare nerbo a una squadra in difficoltà. Il serbo è di un’altra categoria e prende in mano le redini della mediana, ma la gara è ormai compromnessa.

Spinazzola 5,5: Si mette a sinistra al posto di Zalewski, ondeggia e si propone ma non incide nei 20 minuti che gli concede Mourinho.

El Shaarawy 5,5: Non si vede praticamente mai: dovrebbe essere l’esterno sinistro del 4-2-3-1 ridisegnato da Mourinho ma si schiaccia verso il centro per far spazio a Spinazzola e non trova un pallone giocabile in tutta la partita.

Dybala 6: In 20 minuti, con una coscia che fa male e la caviglia sinistra dolorante per un intervento killer di Palomino, tira in porta più volte di tutto il resto della squadra in tutta la gara. Finisce zoppicando in mezzo al campo per non lasciare la Roma in nove.

Belotti ng: (che è meglio)

Mourinho 6: Perde pezzi ad ogni partita che passa ed è costretto a reinventarsi moduli in corso d’opera. La Roma ha ormai il suo carattere e anche a Bergamo non si fa mettere sotto, anche se perde e avrebbe tutte le scusanti del mondo tra le fatiche di Europa League e un’infermeria che si riempie di due elementi in più a partita. L’idea di Llorente centrale al posto di Smalling è buona come lo è inserire Bove per fronteggiare un centrocampo dinamico come quello dell’Atalanta. E’ stato accusato di fare troppo turnover, ma se la Roma ha ancora undici giocatori per la gara contro il Milan è grazie alle sue rotazioni.

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