Il Napoli si avvicina alla “bella” col Milan certo che sia ancora tutto possibile  

Ancora quarant’otto ore circa al terzo atto in poco più di dieci giorni tra NapoliMilan. Una sorta di “bella” senz’appello, nonostante il conteggio dica due vittorie a zero per i rossoneri, dopo lo 0-4 in campionato e l’andata dei Quarti. La vittoria di misura in Champions lascia in ogni caso il discorso qualificazione decisamente aperto. I due precedenti, tuttavia, hanno già abbondantemente evidenziato i principali temi tecnico-tattici che ispirano Spalletti e Pioli.

A meno di clamorosi stravolgimenti, dunque, la trilogia che si concluderà al “Maradona” potrebbe essere caratterizzata dalla capacità degli azzurri di dominare lo spazio compreso tra il centrocampo e la trequarti avversaria. Cosa ampiamente riuscita a San Siro, specialmente nel primo tempo. Sul versante opposto, il Diavolo insisterà sull’abilità di Leão e Brahim Díaz nel muoversi tra le linee, così da creare un corto circuito nell’organizzazione difensiva dei napoletani.

Il Napoli infatti ha patito oltremisura la risposta inadeguata nel leggere gli spostamenti coordinati del quartetto di offensive player in maglia rossonera. Con i due esterni offensivi che tendono a partire larghi, abbassandosi tanto in fascia per liberarsi dalla marcatura. Al punto da controllare indisturbati e girarsi verso l’interno.

Quindi, reagiscono in funzione di Bennacer e Giroud. L’algerino, per indole, si allarga, attirando fuori zona Lobotka. Mentre il francese accorcia puntualmente per cucire la manovra.

A rompere l’equilibrio tra dirimpettai, il duello che coinvolgerà Kvaratskhelia e Politano, contrapposti a Calabria e Theo Hernández. Entrambe le coppie, in fase di possesso, si alzano molto, lavorando in maniera assai propositiva. Chi obbligherà l’altro a stare basso e subire passivamente le sfuriate dell’avversario, dovrebbe spostare l’ago della bilancia a favore della propria squadra.  

Ottimismo all’ombra del Vesuvio per Napoli-Milan

Insomma, il destino di questa sfida infinita resta ancora tutto da decidere. Anche se è innegabile che la musica sembra sia cambiata. Perché le assenze, comunque pesanti, di Kim e Anguissa peseranno meno rispetto al rientro di Osimhen.

Ovviamente, a veicolare una generale sensazione di fiducioso ottimismo nell’ambiente partenopeo contribuisce non solo la possibilità di schierare in un confronto da dentro o fuori il centravanti titolare. Ma pure lo strapotere col quale il Napoli ha tranquillamente gestito la palla mercoledì scorso. In effetti, gli ospiti hanno giocato sicuramente meglio del Milan. Anzi, non hanno mai perso lucidità nel sottrarsi al pressing asfissiante ordinato da Pioli per tentare disinnescare il possesso qualitativo degli uomini di Spalletti.

Uno scenario che, qualora si ripetesse, contribuirebbe a rendere letteralmente immarcabile l’attaccante nigeriano. Essenziale per ripulire il giropalla e poi scappare in profondità, sulla verticalizzazione immediata dei compagni.  

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