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Il Milan non riesce a guarire in campionato. Contro l’Udinese è arrivata l’ennesima sconfitta per la squadra di Pioli che ha approcciato poco bene alla partita e non è riuscita a risalire la china in corso d’opera. Tanti gli interrogativi sui rossoneri: perchè in Champions League la mentalità è differente? Come mai non si trova equilibrio in tutte le competizioni? Perchè Pioli continua con un modulo che, ad oggi, non sta dando i frutti auspicati?

Andando con ordine, si è nominato l’approccio alla gara. Contro i friulani il Milan è apparso subito sfilacciato, troppo lezioso, non incisivo e poco in partita. L’Udinese è riuscita a scardinare la difesa senza molte difficoltà, approfittando degli errori commessi dai rossoneri. La lucidità è mancata, la reazione alle reti è stata flebile se non per il gol arrivato col rigore (ribattuto) trasformato da Ibrahimovic.

Ed è stato proprio lo svedese a rappresentare il faro nel buio. Una guida per i più giovani che non sembrerebbero avere molta esperienza nel gestire la pressione che si è creata dopo la vittoria dello scudetto. L’attaccante è entrato anche nella storia nel corso di questo match non fortunato per il Milan: è infatti divenuto il giocatore più “anziano” a segnare in Serie A. Un giocatore che può e deve servire per stimolare gli altri. A 41 anni Ibrahimovic, sceso in campo da capitano, si è preso sulle spalle la squadra. Quale apporto potrà dare, in termini di gioco e mentalità, da qui a fine stagione?

ibrahimovic rinnovo milan
Zlatan Ibrahimovic

Come si è detto, poi, la squadra di Pioli ha offerto prestazioni diverse in Champions League: se in Serie A è apparsa più morbida e fragile, ecco che in coppa ha cambiato abito. Nelle partite giocate contro il Tottenham i rossoneri si sono mostrati attenti, precisi, determinati e capaci di far vedere un gioco corale; mentalmente, l’identità è stata diversa e molto più impattante. Perchè il Milan ha applicato questo switch tra una competizione e l’altra? Quale molla è scattata e quale no? Che la Champions League abbia creato quell’aura magica, quella voglia di tirare fuori la fame e di dimostrare di poter dire ancora la propria tra le tante big?

Infine, il tema relativo al modulo. Tra coloro che attualmente sono parsi patire maggiormente sotto il profilo delle prestazioni è presente Leao. Il portoghese non gioca più largo a sinistra e non lo si è più visto brillare come un tempo. Al netto della questione legata al rinnovo contrattuale il numero 17, con questo sistema di gioco, è sembrato rendere meno. Le sue sgasate e i suoi colpi di classe, sono stati meno presenti ed è un vero peccato non riuscire a vedere il suo talento espresso al massimo. Quando è assente si percepisce e, dunque, quando è disponibile può rivelarsi un asso nella manica se impiegato al meglio.

Inoltre, con questo modulo, la squadra a tratti è apparsa meno sicura e poco fluida nelle manovre. Se è vero che non molto tempo fa può aver dato qualche effetto, adesso il cambio modulo non sembra funzionare al massimo. Nelle prossime partite, Pioli tornerà sui suoi passi circa questo aspetto?

Nei prossimi giorni, con la pausa delle Nazionali, le idee potranno essere chiarite con calma. Ciò che è certo è che il Milan non può commettere altri passi falsi. I rossoneri sono attesi da un mese di aprile nel quale dovranno mostrarsi “on fire” sia in campionato che in Champions League. Per quanto riguarda la Serie A, dovranno riuscire a rimediare risultati utili per restare (e rientrare a fine stagione) nelle prime 4 posizioni; in coppa dovranno cercare di affrontare al meglio la corazzata Napoli per provare a strappare il pass per la semifinale. Il tempo delle parole è finto e la squadra di Pioli deve tornare ai fatti mostrando quella che è stata l’essenza che lo ha portato a vincere lo scudetto.

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