Il momento in casa Inter è complicato, di crisi se vogliamo. L’approdo ai quarti di Champions League sta solamente nascondendo ulteriore polvere sotto un tappeto che sta venendo calpestato da chiunque. In campionato i nerazzurri hanno dimostrato di essere un’altalena infermabile, capaci di singhiozzare da un weekend all’altro dopo un’euforia settimanale chiamatasi ‘Champions’. Le nove sconfitte racimolate in Serie A non possono far altro che confermare il momento negativo della squadra di Inzaghi, il quale deve invertire la rotta per raggiungere l’obiettivo minimo di fine stagione: posizionarsi tra le prime quattro. Detto che il primo posto è andato, ne rimangono tre, sempre in attesa del ricorso Juve.
Fortuna vuole all’Inter che nessun’altra concorrente (tolto il Napoli) sta correndo, anzi, stanno tutte sbandando chi per un motivo e chi per un altro. In società, Marotta e compagnia stanno mettendo sul banco degli imputati l’intera squadra, non solo Simone Inzaghi, ormai capro espiatorio prediletto di questo momento difficile. Perché se è vero che l’allenatore piacentino ha le sue colpe, è altrettanto corretto dire che tanti giocatori stanno rendendo al di sotto – e di tanto – delle aspettative di inizio stagione. Questione che non sta passando inosservata alla dirigenza.
LE VITTIME SACRIFICALI
In estate, infatti, l’Inter è pronta a cambiare pelle se serve, liberandosi di tutti quei calciatori che non lottano per la maglia e che non stanno dando nulla alla causa per questo finale di stagione. Per farlo servono ovviamente soldi che possono arrivare dalla cessione di qualche giocatore, soprattutto Dumfries, considerato invendibile fino ad un fanno fa e adesso pietra ‘preziosa’ di vendita. I famosi 60 milioni sono ormai un lontano ricordo, visto che nessuno avrebbe il coraggio di spendere così tanto per un giocatore involuto. Sicuramente, almeno la metà l’Inter cercherà di ottenerli.
Altro nome sacrificabile è Marcelo Brozovic, da insostituibile a giocatore qualsiasi nel giro di una stagione. Il croato, il 23 marzo 2022, era stato blindato dall’Inter con un contratto fino al 2026 a 6 milioni netti. Un anno dopo la situazione si è capovolta: tra infortuni e un Calhanoglu in una nuova veste tattica, Brozo non è più indispensabile. Chi non lo è mai stato è Joaquin Correa, pagato la bellezza di 31 milioni di euro, il ‘cocco’ di Inzaghi non ne è valso neanche la metà della metà di quel prezzo grosso che ha speso l’Inter per lui, tanto da diventare un meme dei tifosi.
Poi ci sono i giocatori in scadenza che l’Inter deve valutare. Solamente per Dzeko e De Vrij i nerazzurri stanno pensando ad un rinnovo, per tutti gli altri l’esperienza è bella che finita. L’olandese, però, ha un contratto da 4,5 milioni a stagione, decisamente troppi per Marotta che dovrà abbassare stipendi ed investire sui parametri zero, anche perché lui sa come si fa. Per il bosniaco, appannato in questo 2023 ma comunque protagonista di una più che buona stagione vista l’età, c’è distanza nella domanda: l’Inter offre l’annuale, l’ex Roma vuole un biennale. Questione anche questa intricata.
Infine i giocatori in prestito. Bellanova è stato un buco nell’acqua e farà ritorno a Cagliari nonostante i tre milioni investiti la scorsa estate. Su Lukaku si era già espresso Marotta così: “A fine anno tornerà al Chelsea”. Poche parole che fanno capire il futuro di Big Rom, lontanissimo dalla permanenza a Milano. L’unico sicuro del riscatto è Acerbi, acquisto passato in sordina a fine estate ma dimostratosi professionista esemplare tanto da diventare titolare. Qui il nodo sta nel riscatto dalla Lazio che chiede 4 milioni: i nerazzurri vogliono abbassare la richiesta, a testimonianza della poca disponibilità economica. Insomma, ad Appiano Gentile è pronta ad essere passata l’aspirapolvere.
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Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.