Maurzio Sarri ha vinto il terzo derby su quattro nei confronti di José Mourinho. Non proprio contro un pivellino delle grandi sfide. E lo ha fatto con un doppio 1-0 in stagione, senza subire reti. La difesa ha preso appena 19 reti in campionato, solo 3 in più rispetto a quelle subite dal Napoli capolista.

Da quando vi sono i tre punti, non è mai successo che la seconda difesa sia finita fuori dalle prime quattro posizioni. In più, la Lazio ha ottenuto 13 punti nelle ultime 5 sfide di campionato. Tra le altre, dalla ripresa dopo la sosta, i ragazzi di Maurizio Sarri hanno già battuto Milan, Napoli e Roma. Gli Aquilotti sono senza dubbio la miglior squadra vista al Maradona, stadio dove praticamente tutti hanno patito. Compreso il Liverpool, tornato a casa con quattro palloni e una sensazione di inferiorità assoluta.

Inferiorità assoluta assolutamente non vista nella gara di qualche giornata fa. Superiorità assoluta nei confronti del Milan campione d’Italia uscente. E la Lazio è seconda in classifica (terza se non si considera la penalizzazione alla Juve) nonostante non abbia investito granché. Basti pensare inoltre che il contratto di Milinkovic-Savic scade nel 2024 e quello di Luis Alberto nel 2025. Non proprio una situazione serenissima. E lo si è visto in alcuni frangenti in cui i due elementi chiave del centrocampo non sono stati sul pezzo.

Sarri è stato tanto criticato per aver snobbato le coppe. Ad avviso del sottoscritto in maniera del tutto immeritata. Puoi puntare alle coppe se hai una rosa adeguata e ricambi importanti. Basti pensare che Immobile è stato a mezzo servizio e ha saltato tante gare. Il capitano ha giocato 1455 minuti in campionato, molti dei quali in condizioni fisiche precarie. Eppure gli altri non hanno fatto mancare il loro contributo in termini di gol.

La Roma ha investito sul mercato, ha ingaggiato Dybala e ha tenuto Abraham. La Joya non ha fatto mancare il proprio contributo in termini di gol e assist. Eppure i giallorossi hanno segnato meno di una squadra che non ha potuto contare sul suo bomber principe per varie gare. Di una squadra che ha fatto poco mercato e tanto criticata e bistrattata.

A Napoli Sarri aveva rinunciato a inseguire l’utopia di fare bene in tutte le competizioni. E ha regalato una squadra meravigliosa, capace di totalizzare 91 punti. A Londra, ovvero appena ha avuto una rosa competitiva, ha vinto l’Europa League, battendo in finale i rivali cittadini dell’Arsenal, non una squadretta. Ha perso poi ai rigori la EFL Cup e ha concluso la Premier con un onorevolissimo quarto posto.

A Torino viene ingiustamente criticato, ma è stato l’ultimo tecnico ad aver portato lo scudetto alla Juve. E non è stato messo in condizione di lavorare al meglio. Le prestazioni di Pirlo, prima, e del redivivo Allegri, poi, hanno evidenziato che il lavoro del tecnico di Figline non era stato poi così malvagio. Contro il Lione era uscito anche per sfortuna e per un arbitraggio vergognoso. Allegri ha concluso il girone a pari punti con una modestissima squadra israeliana.

Al primo anno alla Lazio, in cui ha dovuto stravolgere tutto, vista la differenza radicale con il gioco di Simone Inzaghi, è andata piuttosto bene. Il quinto posto, davanti a una Roma che ha investito di più, non è stato affatto un cattivo risultato. Tutte le altre hanno investito di più, ma a livello tecnico questa Lazio sembra quadrata. Molto ben quadrata.

Dietro sono arrivati Romagnoli, tanto bistrattato al Milan e rigenerato quest’anno, e Casale dal Verona. Per il resto è cambiato poco e nulla. Ci sono stati periodi difficili, con punti buttati contro le piccole, ma ora la squadra sembra aver ritrovato convinzione. Non è facile mantenere sul pezzo calciatori chiave con contratti vicini alla scadenza e attratti da sirene estere.

Provare ad andare avanti nelle coppe, quando puoi inseguire il sogno qualificazione Champions, è sempre un rischio enorme. Quando non hai una rosa adeguata e, soprattutto, quando il tuo capitano, ha problemi fisici, la scelta può rivelarsi folle e scellerata. La Conference League è la Serie C d’Europa. E, pur puntandoci, la squadra biancoceleste non avrebbe avuto certo la certezza di conquistare la competizione.

Tolto qualche exploit con Lavezzi e Cavani, il Napoli era dietro le altre. Con Sarri ha fatto il salto di qualità, andando sempre in Champions. Ciò ha permesso di alzare l’asticella e poter poi competere per lo scudetto. Affinché una squadra con una rosa corta possa vincere in Europa, occorre che si materializzino determinate condizioni e il fattore fortuna assume una certa preponderanza.

Partecipare alla famosa “Europa che conta”, quella in cui i cugini hanno raggiunto una semifinale qualche anno fa, porta prestigio, soldi, onore e la possibilità di migliorarsi e avere visibilità. E, perché no, l’espansione del brand potrebbe poi attrarre investitori e far sì che la Lazio giunga in mani decisamente più ambiziose.

Inoltre, quante volte la Lazio è andata in Champions sotto la gestione Lotito? E come era il livello delle altre in Serie A? Infine, quanti pronosticavano i biancocelesti nelle magnifiche quattro a inizio stagione? E quanti pronosticavano la vittoria di due derby su due e l’arrivo davanti ai cugini, che hanno investito decisamente di più? Beh, praticamente nessuno.

Quindi, giù le mani da Maurizio Sarri!