Alla vigilia del derby di Roma, analizziamo i punti di forza e le carenze di due squadre che si avvicinano alla stracittadina. Nonostante le tante differenze nel gioco, spiccano molte similitudini tra due squadre divise da soli due punti in classifica (a favore della Lazio) e in piena corsa nella lotta alla zona-Champions.
La Lazio fra solidità in difesa e mancanza offensiva
La mancata qualificazione ai quarti di finale di Conference League da parte della Lazio, fa emergere tanti punti di domanda che devono far riflettere. I biancocelesti arrivano da una vittoria e un pareggio in campionato, rispettivamente contro Napoli e Bologna, ma sul campo dimostrano delle insicurezze legato sicuramente all’organico e la mentalità della squadra. Ma quali sono i top e flop della squadra di Sarri?
TOP
SOLIDITA’ DIFENSIVA – La Lazio attualmente è la seconda miglior difesa della Serie A dietro l’instancabile Napoli. I biancocelesti hanno incassato 19 reti in 26 partite ed è merito sicuramente di Ivan Provedel e dei compagni del reparto difensivo. Il numero 94 biancoceleste è arrivato al 15esimo clean sheet stagionale e detiene il primato di reti imbattute in trasferta, che sono solo 9. L’avvento della coppia centrale composta da Romagnoli e Casale si mostra solida, sicura. Anche le riserve, Gila e Patric, dimostrano voglia di fare e impegno.
PEDROMAN – Come decantato dai profili social della Lazio, Pedro è sempre l’arma in più per Sarri ed è proprio per questo che lo ha avuto a tutti i costi con sé. Lo spagnolo sembra veramente instancabile e ha collezionato già 24 presenze, 3 gol e 4 assist: nonostante l’età, il numero 9 biancoceleste dimostra di avere una mentalità vincente visto il suo passato. I tifosi lo acclamano ed è l’unico a correre il doppio degli altri, anche quando non c’è niente da fare.
SCONTRI DIRETTI – In questa stagione la Lazio sta riuscendo a ottenere molti punti soprattutto negli scontri diretti: degli otto big match già giocati, i biancocelesti hanno accumulato ben 15 punti su 24 a disposizione. All’andata contro la Roma ha preso altri tre punti e ha perso solo con il Napoli, all’andata, Juventus e Atalanta al ritorno. Mancano ancora quattro sfide da giocare ma il bilancio è più che positivo.
FLOP
MENTALITA’ SBAGLIATA – Da inizio anno la Lazio sta vivendo continuamente su una montagna russa, alternando partite contornate di bel gioco e risultati importanti a prestazioni che rasentano l’oscenità. Questo dualismo mentale porta i biancocelesti ad avere poca lucidità in molte situazioni, facendo capire che c’è più di un limite sia nei giocatori che nell’allenatore stesso. Il cammino europeo poi ne è la prova.
GIOCATORI DISCONTINUI – Una rosa troppo corta per giocare più di una competizione: questo è il mantra che ripete Sarri da tempo e sul campo il limite si vede, soprattutto con tre partite da giocare in sette giorni. A complicare le cose poi ci sono anche i singoli che non convincono e dimostrano a tifosi e non solo, che forse non è più tempo per loro, il gioco da dimostrare non è nelle loro corde. E ogni stagione ce n’è una: lo scorso anno Luis Alberto e la sua tormentata relazione con il mister che si è replicata fino alla sosta mondiale. Ora la palla è passata a Milinkovic-Savic che risulta assente nonostante giochi quasi sempre tutto il match. Un problema a centrocampo che si nota eccome.
DIPENDENZA DA IMMOBILE – Quando la Lazio gioca senza il suo capitano Ciro si nota: in fase offensiva si è troppo sterili se non nulli e non si gioca mai in profondità. Felipe Anderson come falso nueve funziona molto bene ma non basta. Un sostituto per il numero 17 biancoceleste non è stato cercato e ora Sarri fa i conti con questa situazione.
La Roma, un gruppo di cemento ma tanta stanchezza
Dopo il passaggio del turno contro la Real Sociedad e raggiunti i quarti di finale di Europa League, la Roma ha ritrovato le certezze che sembravano in discussione dopo la sconfitta casalinga contro il Sassuolo. Andiamo a vedere top e flop della squadra di Mourinho
TOP
DIFESA – La fase difensiva è il vero punto di forza della squadra di Mourinho, soprattutto quando il portoghese può contare su tutti i titolari. Ibanez, Mancini e soprattutto Smalling hanno spesso consentito ai giallorossi di chiudere a doppia mandata la porta difesa da Rui Patricio, che ha nelle partite importanti il suo punto forte. Come si è visto contro il Sassuolo, per far funzionare il giocattolo è necessario che Cristante in primis e il Matic degli ultimi tempi per schermare anche gli inserimenti dei trequartisti avversari.
SPIRITO DI SQUADRA – Non sarà un fenomeno nel dare spettacolo in campo, ma se c’è una cosa in cui Mourinho può essere ancora definito lo “Special One”, quella è la capacità di cementificare il gruppo, spesso contro un nemico esterno. A San Sebastian la Roma ha esaltato questa caratteristica mandando in campo giocatori ai limiti delle loro condizioni fisiche (Pellegrini con 30 punti di sutura e Belotti dopo 3 giorni da un intervento alla mano).
DYBALA – Se in giornata (quasi sempre), Dybala non può non essere escluso dai top della Roma: l’argentino si decentra e lotta ma i numeri sono inequivocabili e attestano come sotto la guida di Mourinho la “Joya” abbia ritrovato anche gol e assist. Difficilmente arginabile, è la “luce” sulla quale la Roma si appoggia in quasi tutte le azioni offensive.
FLOP
LA COSTANZA – Flop scontato e certificato anche da Mourinho che dopo aver battuto la Juventus ha rimarcato il difetto atavico di questa squadra: “Bella vittoria, ma perché con la Cremonese non ha giocato così?”. La Roma dipende da come si sveglia e da come girano i primi minuti della partita. E in questo la Lazio potrebbe essere brava a mettere subito la partita sui suoi ritmi.
STERILITA’ OFFENSIVA – La Dybala-dipendenza è un fattore anche in negativo, perché Abraham e Belotti hanno segnato gli stessi gol di Smalling. La Roma, eccezion fatta per i 3 gol fatti (contro i quattro subiti dal Sassuolo) segna pochissimo ed è una squadra che difficilmente riesce a “chiudere la partita”. Del resto, la coperta è corta: se si difende in sette è difficile attaccare e riempire l’area con più di quattro uomini.
STANCHEZZA – La Roma ha dimostrato di patire terribilmente la “terza partita”, quella cioè che segue l’Europa League, dove ha dimostrato di voler andare avanti il più possibile. Il calo di tensione psicologico è dietro l’angolo dopo le battaglie che i giallorossi ingaggiano con grande dispersione di risorse fisiche e mentali. Spesso le gambe dei giocatori non rispondono a quello che la testa vorrebbe fare in un calendario compresso. Un surplus potrebbero essere le motivazioni date da un derby e dall’importanza che riveste, ma se le gambe non girano la testa di solito va via di conseguenza.