Lukaku, il logorio e… Luca Toni

Fonte twitter ufficiale Inter
Massimo Moratti, celebre ex presidente dell’Inter, non le ha mandate a dire a Inzaghi e a Lukaku. L’ex numero uno nerazzurro ha dichiarato: “Ho anche visto una squadra disordinata. E dispiace, dati i giocatori di qualità. Alcuni dei quali sono fuori forma. Beh, Lukaku per esempio è fuori condizione, è ancora lentissimo“.
Da quando Antonio Conte non è più il suo allenatore, Romelu Lukaku è l’ombra di sé stesso. Al Chelsea è apparso appesantito. Il tutto dopo essere stato ri(acquistato) dai Blues in pompa magna, arrivato per oltre 100 milioni di sterline. Qualcuno aveva affermato, in maniera stolta e superficiale, che il flop nella nuova avventura al Chelsea era frutto di un gap tecnico tra Premier e Serie A.
Parole sconfessate dal rendimento molto positivo di ex calciatori del nostro campionato, approdati poi in Premier. E sconfessate ulteriormente dalle difficoltà del ragazzo al suo ritorno all’Inter. Contro lo Spezia ha segnato, ma solo su rigore e continua ad apparire appesantito e decisamente più lento rispetto a due stagioni fa.
Un calciatore irriconoscibile rispetto al centravanti devastante in progressione ammirato con Conte. Vero che ha segnato il gol decisivo per la vittoria nella gara di andata contro il Porto. Verissimo che è stato fermato per troppo tempo da contrattempi fisici. Eppure, nonostante il rientro in campo sia avvenuto da mesi, non riesce mai a prendere il giusto ritmo.
Non è una situazione estemporanea, tantomeno è frutto di un gravissimo infortunio, come quelli occorsi a Chiesa o Spinazzola. Lukaku ha avuto questo crollo apparentemente inspiegabile. Ha messo ulteriore peso e in alcuni frangenti sembra la sua parodia. Metamorfosi pazzesca di un calciatore oramai diventato assolutamente irriconoscibile.
Ma quali possono essere i motivi?
Il belga si è fatto conoscere al grande calcio quando non aveva ancora compiuto 16 anni. Nel lontano 2009 ricordiamo video in cui strabiliava quando diede i primi calci con la maglia della prima squadra dell’Anderlecht. Nella seconda stagione ha messo a segno ben 19 gol, praticamente tutti prima del compimento dei 17 anni di età.
A 29 anni di età, Romelu Lukaku vanta quasi 700 presenze tra i professionisti. Quasi 200 in più del coetaneo Paulo Dybala, non proprio un pivellino. Fisico pertanto molto provato dai tantissimi anni tra i professionisti. Qualcuno può obiettare affermando che Messi ha superato abbondantemente le 1000 partite e ha fatto la differenza al Mondiale a 35 anni.
Controbiezione elementare. Messi ha un body type totalmente diverso da quello del belga. La Pulga è un trequartista agile e che pesa circa 70 kg, che può prendersi pause in campo ed è abilissimo a gestire i ritmi. Al contrario, un attaccante alla Lukaku è chiamato costantemente a scatti sul lungo e a duelli fisici. E non ha giocato proprio a livelli bassi…
Basti pensare al percorso diametralmente opposto rispetto a quello di Luca Toni. Il campione del mondo 2006 aveva disputato circa 200 partite da professionista all’età di Lukaku. Il belga è stato precoce, mentre l’Azzurro è esploso decisamente più tardi. Discorso simile per Dario Hubner, che si è formato sui polverosi campi delle serie inferiori. Il “Bisonte” è poi esploso in Serie A, vincendo anche la classifica marcatori e giocando ad alti livelli fino a 36 anni. A fine carriera è poi tornato nelle Serie minori, continuando naturalmente a segnare caterve di reti.
Lukaku sembra avere il fisico usurato dalle tantissime battaglie. Non è un calciatore finito, visto che paga problemi di preparazione e noie muscolari. Sembra però difficile, quasi utopistico, rivedere il bomberone ammirato due stagioni fa. Per allungare la carriera, il belga dovrà reinventarsi, magari lavorando sulla tecnica in area di rigore, diventando quindi un centravanti statico, occupando un raggio d’azione inferiore.

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione