Fiorentina, Commisso: “A Firenze cammino senza scorta. Quanto ho speso per i viola. Non faccio imbrogli”

Rocco Commisso
In un evento all’Auditorium CTO dell’ospedale di Careggi a Firenze, il patron della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato di diversi argomenti.
“Io a Firenze non cammino con nessuna scorta anche se le critiche son molte. Sono una minoranza, quella che però fa più rumore. Io ho messo in vendita tre anni fa la Fiorentina, fino ad oggi nessun fiorentino è venuto da me per comprarla. Quindi rimango lo “stupido” americano venuto qui a investire. Noi abbiamo comprato la Fiorentina per 165-170 milioni e incluso questo e quello che è stato investito in questi anni siamo a 400 milioni. I ricavi non sono incrementati, soprattutto col Covid. Abbiamo aiutato gli ospedali fiorentini in quel periodo.
Ora stiamo facendo grandi investimenti col Viola Park, che sarà inaugurato nei prossimi mesi, non so quando ancora, ma sarà sempre a disposizione della città. La Fiorentina non ha mai avuto una struttura di proprietà e questa struttura lo sarà. Sarà il centro sportivo più bello d’Italia e tutti, giornalisti e tifosi, rimarranno a bocca aperta”.
Sull’acquisto della Fiorentina:
“Ho fatto tre offerte in tre anni ai Della Valle, alla terza, quando le cose non andavano bene, hanno detto di sì. Nello spazio di poche settimane abbiamo fatto il deal. Mi ha aiutato la JP Morgan, una delle banche più importanti del mondo. Ho detto a tutti di chiamarmi Rocco. Il primo anno è stato difficile perché c’era una situazione non bella. Siamo arrivati decimi però. Nel secondo anno siamo andati peggio, ma al terzo siamo arrivati settimi. Al quarto non si sa come andrà, siamo dodicesimi ma per il secondo anno consecutivo siamo in semifinale di Coppa Italia e siamo ancora in corsa in Conference. Pensavano che il ricco Rocco venisse qui e spendesse tantissimi soldi ma non è così perché pure volendo non si può fare. C’è di mezzo il fair play finanziario. Rocco non fa imbrogli e non vuole fare imbrogli come fanno altri. Non parlo solo di quello che succede in Italia, ma anche in Francia e Inghilterra ci sono situazioni simili se non peggiori. I soldi li ho fatti col sudore e l’intelligenza. Pure nei miei affari ci son state tante aziende fallite. Non è mai successo alla Mediacom e non succederà con la Fiorentina.”
La questione stadio?
“Negli anni del Covid non abbiamo avuto nessun ricavo dallo stadio. L’Italia non sta crescendo comunque come Inghilterra, Spagna e le altre coi ricavi, specialmente dalla televisione. Il problema qui in Italia, sperando che nessuno si offenda, è che ci son troppi monumenti. Tutti belli, ma vogliono fare anche dello stadio un monumento. L’ho già detto prima, certe cose vanno rifatte. Non è che oggi usiamo una macchina 500 di quarant’anni fa. Non mi hanno lasciato fare lo stadio qui. Peccato, perché se avessi cominciato quando volevo, ad oggi sarebbe quasi finito. Lo stadio negli altri paesi si vive sette giorni alla settimana, non come qui. Adesso ci vuole tempo: il Comune sta facendo lo stadio ma ci vorranno altri tre-quattro forse cinque anni. Questo significa che saranno passati dieci anni da quando sono venuto qui. Questo non vuol dire che non cerchiamo ricavi anche attraverso le coppe europee ed i trofei, è qualcosa di importantissimo per noi. Io voglio alzare i ricavi. Se tu vai ad una partita allo Yankee stadium con una famiglia di quattro persone il costo complessivo sarà di circa mille dollari. Da noi, dalle curve prendiamo 250mila euro all’anno per venti partite. Capite la differenza tra noi e gli altri sport. L’altro giorno il Milan ha ricavato 9 milioni di euro da una partita di Champions, noi ricaviamo circa 8-9 milioni all’anno dalla vendita dei biglietti. Come possiamo competere così? Spero capiate cosa sto dicendo”.
Il futuro del calcio italiano?
“Ci sono i furbi in Italia ed alcune squadre son state aiutate ad andare avanti nonostante avessero infranto le regole. Se ci sono regole vanno rispettate. Vediamo che succederà ora, certamente non è una situazione buona per il calcio italiano. Si riflette anche sulla Nazionale Italiana tutto questo: chi si sarebbe aspettato di non qualificarci a due mondiali consecutivi? Ripeto, quando ci sono le regole ognuno di noi ha la responsabilità di rimanere dentro queste regole”.
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Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.