30 Marzo 2023

L’Inter dice addio a San Siro: pronto il nuovo stadio di proprietà. La strategia di Zhang

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I nostalgici alzeranno bandiera bianca: San Siro, o meglio, lo Stadio Giuseppe Meazza, non ci sarà più. Il progetto degli stadi di proprietà di Inter e Milan hanno letteralmente preso il sopravvento e, dopo numerosi dibattiti tra chi era a favore e chi no, si è arrivati alla conclusione: per un futuro prosperoso, per poter tornare a prendersi la scena internazionale, i ricavi da stadio diventano fondamentali. Le due compagni di Milano si stanno già muovendo in questa direzione e i loro presidenti sono arrivati alla conclusione di abbandonare la Scala del Calcio per abbracciare una struttura nuova, moderna e in un’area che possa favorire tutti.

A tal proposito, il Milan avrebbe già individuato i possibili spazi dove far sorgere il suo stadio: Sesto San Giovanni, San Donato o Rozzano, anche se quest’ultima è un’idea abbastanza rischiosa per via dell’hinterland e quant’altro. Più anonimo, ma comunque vivo, il progetto di Zhang, il quale avrebbe trovato un impianto in una location top secret: indiscrezioni parlano di un terreno privato situato all’interno del Comune di Milano. L’Inter ha già raggiunto un ok di massima con il proprietario dell’area, dove sono già stati effettuati i primi sopralluoghi. Come riporta La Gazzetta dello Sport, il patron nerazzurro sarebbe rimasto irritato dalle azioni di Gerry Cardinale, anche lui volenteroso di costruire uno stadio nuovo.

E SAN SIRO?

In tutto questo la domanda sorge spontanea: e San Siro? Verrà lasciato lì o sarà abbattuto? Una risposta che sapremo a fine marzo quando verrà presentato il nuovo piano urbanistico della città di Milano. Logicamente, sarebbe controproducente per il Comune lasciare “vivo” il Meazza nel momento in cui non entrerebbero più ricavi per gli affitti di Inter e Milan. Ogni stagione, le due società versano poco meno di 10 milioni per affittare San Siro. Con gli impianti nuovi, il Comune non avrebbe più questa entrata, di conseguenza la gestione diventerebbe più complicata. Una cosa è certa: Milano andrà a perdere un grande monumento.

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