28 Marzo 2023
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Aurelio De Laurentiis è tra i personaggi più divisivi nel mondo del calcio. Divisivi, appunto, ma non controversi, non essendo stato condannato nemmeno per una multa in seconda fila. A differenza di quanto avvenuto a qualche suo predecessore.

Il presidente del Napoli, romano di nascita e di spirito, ma di origini campane (lui stesso fa risalire un’ascendenza alla cittadina di Torella dei Lombardi), è riuscito a riportare Napoli città e squadra nel calcio che conta.

Questo è il terzo anno in cui si sta giocando concretamente lo scudetto. Le prime due volte aveva contro una Juve troppo forte e la sua squadra non era attrezzata per la bagarre. Quella di Sarri decisamente di più, ma aveva circa 15 calciatori competitivi.

Quest’anno il presidente partenopeo, coadiuvato da Cristiano Giuntoli, ha costruito una rosa decisamente più valida. Andati via i senatori Insigne, Mertens e Koulibaly, sono stati presi calciatori da campionati minori ma che si stanno rivelando fondamentali. In più, il dodicesimo (o tredicesimo) uomo è Giacomo Raspadori, uno che sta segnando anche in nazionale. E lo abbiamo visto in Nations League.

La difesa è stata migliorata dall’arrivo del gigante sudcoreano Min-Jae Kim, mentre Kvaratskhelia si è abbattuto come un ciclone non solo sul calcio italiano ma anche su quello europeo.

Ciò che impressiona della compagine di Spallettone è il fatto che infierisca sulle avversarie non solo in Italia ma anche in Europa. Disintegrate Ajax e Liverpool, il Napoli ha perso, e nel finale, solo la gare contro i Reds ad Anfield, praticamente ininfluente ai fini del primo posto.

Il vantaggio sulla seconda è ora di nove punti. Il 5-1 inflitto alla Juve non lascia dubbi su quale sia la miglior squadra del campionato. Eppure, questa squadra che sta dominando come fa il team USA ai mondiali o alle olimpiadi di basket (quando decide di giocare con una parvenza di serietà) veniva reputata da… quinto posto.

Naturalmente non dal sottoscritto e dai tanti che conoscono i calciatori arrivati. Bensì da una fetta di stampa locale e nazionale. Ma soprattutto da parte del tifo locale, noto per i tantissimi svarioni.

Ad agosto campeggiavano gli striscioni degli A16. Alcuni anche di pessimo gusto e che travalicavano qualsiasi margine accettabile di critica. Classico esempio di chi ha una conoscenza approssimativa del calcio internazionale.

Un calciatore forte può giocare in Georgia o Turchia, può essere kosovaro o macedone. Ci siamo addentrati da tempo nel calcio del terzo millennio. Un calcio in cui il Marocco arriva con merito in semifinale ai Mondiali, non sfigurando, inoltre, al cospetto della Francia.

De Laurentiis è andato dritto per la propria strada. Ha anche preso in giro i critici e li ha sfidati con i suoi modi sui generis. Ha provocato e si è divertito in maniera quasi sadica. Adesso si gode i frutti del lavoro. Con buona pace di personaggi che non hanno la dignità per ammettere le castronerie affermate pochi mesi fa…

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