Vialli Mancini
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L’ultimo abbraccio tra Vialli e Mancini risale al 29 dicembre quando, il ct della Nazionale, vola a Londra in gran segreto per portare l’ultimo saluto al suo grande amico.

Sempre Londra sullo sfondo ma questa volta l’abbraccio tra i due è diverso, non è sul prato del Wembley Stadium con l’Italia sul tetto d’Europa. È quello di due amici, quasi fratelli, che sanno che non ci saranno più occasioni di rivedere insieme “i gemelli del goal” come erano stati soprannominati ai tempi della Sampdoria. 

Mancini si fa forza, nasconde le lacrime e cerca di rendere l’addio il più dolce possibile. Insieme, nonostante Vialli fosse lucidissimo ma ormai allo stremo delle forze, parlano del loro progetto con gli Azzurri e ricordano quando alla Samp Gianluca prendesse più di Mancini perché “a Mantovani piaceva così.”

E così, a poche settimane dall’addio a Sinisa Mihajlovic, altro suo grande amico, Roberto Mancini si trova a dover dire addio ad un altro importante compagno di vita.

“Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più separati. Abbiamo fatto tutto insieme dalle Giovanili azzurre, alla Nazionale, poi la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa.” 

Queste le parole di Mancini su “Il Corriere dello Sport” dove ha aggiunto: 

Gianluca per me era il migliore di tutti. Un uomo perfetto e coraggioso. Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Tutti i giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo. Ci è stato accanto fino a quando ha potuto.”

VIALLI E MANCINI: UNA VITA INSIEME 

Difficile pensare a come possa sentirsi ora Roberto Mancini che solo tre settimane fa ha salutato un altro caro amico. Con Vialli c’era un rapporto fraterno nato e tenuto insieme come un file rouge dall’ex presidente dei blucerchiati Mantovani.

I suoi “gemelli del goal” furono in grado di far vincere alla Sampdoria uno scudetto nel 1991, realizzando in due ben 312 reti con la maglia blucerchiata ma i numeri non bastano a definire la coppia migliore che il calcio italiano abbia mai conosciuto.

I ricci di Gianluca, classe ’64 cresciuto con la maglia della Cremonese, e il ciuffo di Roberto “il più bello dei due” come lo chiamava scherzosamente Vialli, approdato alla corte di Mantovani a soli 17 anni. Fu proprio Mancini a volerlo a Genova e martellava il presidente per averlo al suo fianco. 

I due si erano incrociati nelle giovanili azzurre, si conoscevano da quando avevano 15 anni e in blucerchiato fu amore a prima vista, per un sodalizio capace di superare individualismi e incomprensioni.

Mancini e Vialli hanno continuato a vivere come gemelli anche da lontano quando le strade calcistiche li hanno sono divisi, solo sul campo.
E poi la Nazionale e di nuovo quel pezzo di strada da fare insieme. Un nuovo progetto che li porta a vincere gli Europei l’11 luglio del 2021 e a quell’abbraccio, diventato iconico, in cui c’è dentro tutto. C’è tanta amicizia, ci sono lacrime di gioia e di liberazione, c’è la malattia di Gianluca affrontata sempre con garbo e coraggio come la sua vita. 

Ora Mancini prosegue il suo cammino da solo e sarà difficile entrare a Coverciano o sedersi in panchina senza il suo fratellino a cui però ha fatto una promessa: 

Andró avanti con la sua forza per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da tanto: riportare l’Italia sul tetto del mondo”.

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