Come noto, Luciano Moggi si è lasciato andare a dichiarazioni forti in occasione dell’assemblea degli azionisti della Juve. Parole salutate con ammirazione e giubilo dai tifosi bianconeri. Parole ridicolizzate dai tifosi delle squadre chiamate in causa dall’ex DG bianconero.
Come noto, Moggi e Zeman hanno avuto un percorso inverso. Stando alle loro dichiarazioni, prendendole per buone, il primo tifava Inter mentre il secondo tifava Juve. Moggi è diventato un idolo dei bianconeri e “odiatissimo” dai nerazzurri. Zeman è stimato da questi ultimi e acerrimo nemico dei bianconeri.
Soffermandoci sull’aspetto calcistico, c’è stato un pre e post Moggi nelle società in cui ha fatto mercato.
Torino 1982-87, 5 anni, un secondo posto – 1987-2022, 35 anni, 0 titoli
Napoli 1987-1991, 4 anni, 3 titoli – 1991-2022, 31 anni, 4 titoli
Juventus 1994-2006, 12 anni, 14 titoli – 2007-2022, 15 anni, 19 titoli
Al Toro ha portato, tra gli altri, il campione brasiliano Leo Junior. Oronzo Canà lo pregustava nella sua Longobarda. Moggi lo soffiò al club de L’Allenatore nel pallone. Scherzi a parte, quegli anni furono particolarmente floridi per i granata e funsero da volano per annate successive molto positive, grazie alle basi gettate. Arrivò poi un titolo nel 1992-1993. Negli anni del DG toscano risalta lo splendido secondo posto con Radice alla guida.
Le situazioni di Napoli e Juve sono molto interessanti, al di là dei titoli. Il Napoli nel post Moggi è caduto in disgrazia, a causa di una gestione tecnica e societaria a dir poco scellerata. Dopo circa un decennio orrendo, il sereno è ritornato solo con l’arrivo di Aurelio De Laurentiis.
Soffermandoci sulla rosa costruita da Moggi alla Juve, non possiamo non riconoscerne la qualità del lavoro. In tal senso bisogna scindere l’ambito della valutazione da DG (o DS) da quello relativo agli scandali. La squadra che ha vinto una Champions e ha ottenuto vari finali era oggettivamente competitiva e tra le più forti d’Europa.
Dopo la retrocessione in B ci sono state annate magre. E sarebbe puerile addebitare il tutto alle sanzioni e penalizzazioni subite. Il post Moggi è stato disastroso, con due settimi posti arrivati dopo la prima stagione (positiva) in Serie A. I titoli sono arrivati solo con l’enorme esborso economico degli anni successivi. Eppure la Juve non è stata mai competitiva come negli anni di Moggi.
Nota finale. Quel Napoli non era affatto una squadra di “scappati di casa”. E una fetta, oggettiva, di merito non può che essere assegnata a Luciano Moggi. Amato od odiato che possa essere, attaccarlo per le competenze sarebbe un atteggiamento da terrapiattisti.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione