La Juventus vince contro l’Inter per 2-0 grazie alle reti di Rabiot e Fagioli, entrambe nel secondo tempo. Una vittoria meritata per la banda di Allegri, al quarto hurrà consecutivo di questo campionato che ha proiettato la squadra bianconera in orbita Champions League. Una partita che la Juve ha portato a casa con cinismo e capacità di difendersi, aspetto che si era totalmente perso nella prima parte di stagione. Andiamo a vedere chi sono stati i migliori e i peggiori della serata in casa bianconera.
SZCZESNY 7: se la Juventus vince il derby d’Italia, gran parte del merito va al polacco. Gli interventi su Calhanoglu e Lautaro Martinez sono decisivi, deve solo tremare su quel colpo di testa di Dzeko che finisce a tanto così dall’incrocio. Per il resto grande sicurezza in uscita. Portierone.
DANILO 7: se si dovesse scegliere un giocatore nella rosa della Juventus che incarni il concetto di “leader”, quello sarebbe proprio il brasiliano. Riposatosi in Champions per squalifica, dirige il reparto arretrato prendendole tutte di testa. Intelligenza calcistica fuori dal comune, piede raffinato e tantissime chiusure degne di nota. Il duello con Dzeko lo stravince lui. Peccato per il gol annullato che sarebbe stata la ciliegina.
BREMER 7: torna dall’infortunio e sfodera una prestazione sontuosa. Nel primo tempo rischia di farsi anche male ma rimane lo stesso in campo per tutta la gara. Lautaro, Dzeko, Correa, tutti nel taschino di Gleison. E’ da una sua chiusura che nasce il 2-0 della Juventus. Semplicemente un muro.
ALEX SANDRO 6: l’approccio alla partita è da brividi. Pare frastornato, tanto che sbaglia passaggi facili di due metri. Lo Stadium stava per insorgere, lui se ne accorge e comincia a carburare. Una prestazione senza sbavature, sei.
CUADRADO 6: fa e disfa. Come sempre. Il Cuadrado 2022/2023, lo abbiamo capito, non è più quel giocatore rapido ed esplosivo che eravamo abituati a vedere. L’età gli sta diventando un peso e ok, ma certe scelte sono incomprensibili. A volte sbaglia appoggi semplici, interviene quando non serve facendo prevalere quella dose di irruenza che si può anche evitare. Dimarco è un cliente scomodo ma alla lunga se la cava. Cresce come tutti nel secondo tempo.
LOCATELLI 6: la media è tra un 5 del primo tempo e un 7 del secondo. Troppo scolastico in regia, non si capisce perché non si interscambi con Fagioli, più adatto a quel lavoro davanti alla difesa. All’inizio è lento e impacciato, cresce a dismisura nella seconda frazione, diventando molto più energico e aggressivo.
FAGIOLI 8: molti lo definiscono una “sorpresa”. La realtà dei fatti è che questo giocatore andava semplicemente fatto giocare. Fine. Le qualità sono evidenti. La personalità anche. Nel momento più complicato della stagione della Juve viene buttato nella mischia e lui risponde col gol-vittoria a Lecce e quello che chiude i giochi all’Inter, stavolta nello stadio della sua vita. Bellissimo.
RABIOT 8: probabilmente i suoi detrattori verranno fuori. La doppia personalità degna da Dr. Jekyll e Mr. Hyde è evidente anche contro l’Inter. Primo tempo in cui è letteralmente un fantasma, il secondo decide di aprirlo con un piatto destro che non era neanche quotato alla Snai. Da lì si trasforma. Recupera un’infinità di palloni, fa a sportellate con tutti. Insomma, dopo tre stagioni di nulla, il cavallone pazzo Rabiot ha deciso di scuotersi. Finalmente.
KOSTIC 8,5: mai visto così pimpante, agile e soprattutto lucido nelle scelte. Il serbo sfodera la miglior prestazione stagionale nella partita più importante, a dimostrazione che in quel reparto di sinistra la Juve aveva bisogno di un giocatore che creasse scompiglio. L’ex Eintracht è indomabile, si porta a spasso prima Barella e poi Bellanova, poi serve i due assist che valgono l’incontro. In versione “deluxe”.
MIRETTI 5: male male il classe 2003. Va due marce meno degli altri, sbaglia tanto tecnicamente ed è meno verticale del solito. Forse paga del fattore fisico. Avrà modo di rifarsi.
MILIK 5.5: uniche due insufficienze insieme a Miretti. Anche Milik non fa molto per ergersi protagonista della serata. E’ vero, il tipo di partita da difesa e contropiede non esalta le sue caratteristiche, spesso è lasciato troppo solo. Però il polacco si sbatte poco e si fa vedere altrettanto.
ALLEGRI 7.5: serviva dare continuità. Serviva tornare a battere una big dopo diversi anni. Missione riuscita. Il piano partita funziona, anche se quel pizzico di fortuna con i gol sbagliati dall’Inter lo aiuta. Dopo l’ondata di critiche, Max si merita un applauso per aver ritrovato spirito e DNA Juventus, quello di una squadra che non esce dalle partite, che sa soffrire e colpire alla prima occasione. Che sia la vittoria della svolta?
Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.