Il Napoli c’è. Dopo la sconfitta contro il Liverpool, il Napoli di Luciano Spalletti è sceso in campo più combattivo che mai dimostrando alle avversarie la sua potenza.

Al termine della partita, come di consueto, ai microfoni di DAZN ha parlato il tecnico azzurro Luciano Spalletti.

Leggiamo insieme le sue parole:

“Era una partita difficile da giocare, tutti avevano scritto che sarebbero stati tre punti importantissimi in caso di vittoria. Ma per dove vogliamo andare noi quali sono tre punti meno importanti? Sono tutte così, difficilissime. Bisogna fare così ripetendo le cose, magari sbagliando meno passaggi, ma con l’intenzione di fare il gol per chiudere la gara. L’Atalanta ha giocato una grandissima partita, noi la guardiamo come con il Liverpool o il Manchester City, questo da la dimensione dell’importanza di questi tre punti in un campo così bello e difficile. La mia squadra è abituata a giocare su questi campi, contro questi cori e le difficoltà di ambienti del genere. Giochiamo con tranquillità, portando il messaggio del calcio che vuole giocare il mio Napoli”.

Osimhen è un calciatore che ha questi strappi, queste vampate di forza, fisico e velocità. Ogni tanto deve interpretare meglio il tipo di azione che viene fuori o il passaggio dei compagni. Stasera era un po’ stanco ma ci ha messo del suo, facendo ciò che doveva fare. Quando poi sono riusciti a montarci addosso, lui era solo a centrocampo con spazio e lì riesce a dare il meglio”.

Kim incredibile e come sta Kvara?

Ha questo dolore dietro la schiena, quella vbotta presa da Arnold. Per due giorni abbiamo gestito e tutto è andato abbastanza bene. Pensavamo migliorasse, ma ieri è venuto ma non riusciva per niente. Anche se è un calciatore forte, che ci porta in giro per il mondo, noi ne abbiamo altri e lo abbiamo lasciato a casa. Elmas ha fatto una grande gara di quantità e qualità. Se abbiamo un calciatore solo non si va da nessuna parte, il ragionamento va fatto in maniera corretta e poi il gruppo lo recepisce. E’ il collettivo quello che conta”

“Per fare un calcio offensivo bisogna anche sapere restare a centrocampo con il due contro due. Lo scambio delle due punte ci ha creato problemi, perchè poi abbiamo fatto dei recuperi. Ma questa è la vita di una squadra che vuole giocare a pallone, che sa come comportarsi in determinate situazioni”.