Il Barcellona sta attuando una politica ai limiti del legale per “costringere” Frankie De Jong ad accettare la corte del Manchester United. I blaugrana hanno un accordo con i Red Devils da tempo ma l’olandese non vuole rinunciare a parte dello stipendio che il Barcellona gli deve e che l’olandese aveva già deciso di dilazionare per venire incontro alle difficoltà finanziarie del club catalano.
Riassumendo la situazione in semplici parole il Barça ha detto a De Jong: “Vuoi rimanere e non accettare il Manchester United? Devi accettare un decurtamento del 40% del tuo attuale ingaggio”. Una politica che, giustificata dal rigidissimo fair play imposto da Tebas alle squadre spagnole, non va giù al VVCS, il sindacato dei giocatori olandesi, per il quale si profila il reato di estorsione al fine di convincere il giocatore ad accettare la squadra inglese.
Le parole di Levchenko, presidente del sindacato, non lasciano spazio a mezze misure:
“Penso che un sindacato debba proteggere tutti i giocatori. Ora uno di loro viene messo alle strette da un club in modo che accetti di andarsene. È tempo che la FIFPRO faccia qualcosa. Il Barça è responsabile della sua situazione. La politica del club è stata drammatica. Mi sembra assurdo che i giocatori debbano pagare lo squilibrio economico di un club”.
Una presa di posizione fortissima a difesa del giocatore in una diatriba, quella della cessione di De Jong, che è andata ben oltre la semplice trattativa e che potrebbe portare il Barcellona, già in grossi guai economici, a dover affrontare una causa milionaria con De Jong. Con la forte possibilità di perderla.
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Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.