In occasione del match di ieri tra Napoli e Genoa si è consumato l’epilogo della storia di Lorenzo Insigne con la squadra partenopea. Il capitano azzurro si è congedato dal proprio pubblico segnando un gol su calcio di rigore. In attesa della gara finale contro lo Spezia, il classe ’91 napoletano ha segnato 11 gol e servito 9 assist in stagione.
La foto di copertina ritrae Insigne e Totti con il tecnico Luciano Spalletti. Nella seconda avventura del tecnico di Certaldo in giallorosso si è rotto totalmente il rapporto con il capitano della Roma. L’addio di Insigne al Napoli era invece meditato da tempo e prescinde dai rapporti con l’allenatore. Pur non essendosi instaurata la splendida alchimia vista tra il ragazzo di Frattamaggiore e Gennaro Gattuso, il rapporto con Spalletti è stato tutt’altro che cattivo.
C’è da dire naturalmente che tra Totti e Insigne intercorre una ovvia differenza tecnica. Il numero 10 giallorosso è annoverabile nella categoria sotto le leggende (i vari Pelé, Maradona, Cruyff, etc) ed è oggettivamente nella top 3 italiana all-time nel ruolo. Insigne è un ottimo calciatore, denigrato solo da coloro che trascurano l’importanza del suo enorme lavoro per tutto il campo, con rientri continui in fase difensiva.
Visto l’evidente gap tra i due, Insigne non può naturalmente essere eretto a idolo come Totti. D’altronde Napoli ha potuto godere di Diego Armando Maradona. Pur essendo un numero 10 partenopeo, la sua presenza nella storia sarà oscurata dall’inarrivabile fuoriclasse argentino, ma anche da calciatori dell’era De Laurentiis diventati top mondiali. Pensiamo a Higuain (poi ripudiato per il suo passaggio alla Juve) o Cavani, non dimenticando Lavezzi e Koulibaly.
Sebbene la Roma abbia avuto altri giocatori di livello mondiale (pensiamo a Falcão), Totti è Totti. Il suo atto di amore nei confronti del tifo giallorosso si è materializzato quando il Capitano ha rifiutato succose offerte estere. Avrebbe potuto vincere la Champions League al Real Madrid, ma ha preferito diventare un tuttuno con la sua città. Totti romano e romanista.
Per quanto riguarda Insigne, più di un’indiscrezione parlano di un tifo per la Juve da parte della sua famiglia. E, naturalmente, anche di Insigne da ragazzo. Non ha ricevuto offerte dai bianconeri, pertanto non è dato sapere se le avrebbe accettate. Sarebbe comunque un processo alle intenzioni senza alcuna rilevanza. Lorenzo Insigne ha dato più del massimo per il Napoli. Ha pianto per quella maglia, è stato capitano, ci ha messo la faccia e ha sempre lottato.
Non è riuscito nell’impresa di vincere uno scudetto e non è andato oltre i suoi limiti. D’altronde un fisico così minuto gli ha impedito di effettuare quello step decisivo. Resta comunque un giocatore che è stato titolare nella Nazionale campione d’Europa. Ha segnato gol importanti in Champions e con gli Azzurri. Vedasi il capolavoro contro il Belgio a Euro 2020.
Perché Insigne ha vissuto questo rapporto conflittuale con parte della tifoseria napoletana? Non essendo Totti, ma un calciatore, per quanto molto forte, che ha palesato limiti tangibili in determinati momenti, la piazza è stata molto più critica. Una piazza sempre più esigente e, talvolta, incoerente visto il diverso trattamento riservato ad altri calciatori nella stessa situazione.
L’ambiente romanista, per quanto anch’esso talvolta una polveriera, ha decretato che Francesco Totti non si tocca. Il Capitano è sempre stato iper protetto, coccolato e stimato. D’altronde si è presto consacrato tra i migliori calciatori al mondo. Al contrario, anche (e forse soprattutto) per non aver raggiunto un ulteriore step, Insigne è stato oggetto di critiche e mugugni. Non capendo che non sarebbe potuto mai essere Maradona né Totti…
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione