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PERIN 6 Una sola parata a terra nella ripresa. Zero nei primi 45 minuti. E come per magia, subisce 4 reti senza neanche accorgersene. Ah, è vero 2 goal sono su rigore, ma è normale amministrazione quando a giocare sono le squadre di Milano.
DANILO 5,5 Dalla sua parte entra Barella e nessuno lo ferma per il vantaggio cartonato. E Danilo? Era lì o dove era? Gioca un tempo con senso tattico, ma il destino è in agguato. Un destino che corregge gli errori di formazione e l’inizio del 2° tempo lo testimonia. (MORATA 7 Il migliore della Juve per distacco. Il migliore della Juve per “amore” della maglia, per dedizione alla causa, per sudore calato in campo fino all’ultima stilla. Ogni volta che gioca. E pensare che ci sono certi tifosi e quel che è più grave, certi soliti snob a cui dà fastidio vederlo giocare… Devia in modo determinante il tiro di Alex Sandro per l’1 a 2. Spinge fino a quando il fiato lo sorregge. Alvarìto de mi corazon)
‘de LIGT 5 La peggiore partita da quando l’olandesone preferisce la gastronomia langarola alle patate della sua terra. Coperto da Chiellini, la sfanga ancora ancora. Quando poi Giorgione lo lascia, cala la notte sui garretti orange. Se sul primo rigore il tocco su Lautaro è talmente impercettibile da sembrare tutta farina del sacco dell’interista, che va cercando qualsiasi appiglio per cadere in modo credibile, sul secondo rigore l’ingenuità di de Ligt è conclamata. Non si può pensare che non ci sia subito la giustizia del V.A.R. se a fruirne sono gli altri. Ma dove stava andando De Vrij, nella fatispecie?
CHIELLINI 6,5 Siamo agli sgoccioli delle esibizioni agonistiche di uno dei più forti difensori della storia del calcio italiano. Anche stasera, in mezzo a tanti assatanati e nervosi compagni ed avversari, il professor Chiellini dà una lezione di anticipi, sensi di posizione, sganciamenti a sostegno eccetera da par suo. Purtroppo non serve a nulla e la condizione lo limita nel tempo da spendere in partita. Giù il cappello, signori. Uno come lui nascerà tra 25 anni… (ARTHUR S.V. A che cosa serve? A fare confusione insieme a Locatelli. Prima niente registi, poi addirittura 2. Mistero della panchina)
ALEX SANDRO 6 Gioca una partita discreta, non confrontabile con tante, troppe uscite scialbe se non dannose. Propizia il primo goal bianconero con un tiro da fuori area di rara forza, con deviazione decisiva di Morata. Presidia con costrutto la sua fascia, tanto che dalla sua parte non arrivano pericoli e vince il duello con Darmian. (PELLEGRINI 5,5 Entra in campo per dare una dinamicità superiore nel tentativo di recuperare. Ma mancano 2 minuti e allora perché? Perchè per 2 minuti?)
CUADRADO 6 Perchè gli voglio bene! E perché gioca un match equilibrato, tenendo conto della precaria condizione e non andando mai al di là delle possibilità. Riesce comunque a rendersi pericoloso con alcuni cross. Dai suoi piedi parte sempre l’azione juventina, un motivo ci sarà, no?
ZAKARIA 5 Sulla carta dovrebbe essere il “regista”, almeno così dovrebbe essere nella mente del mister che conosce le caratteristiche di questo onesto pedatore, molto simili a quelle di Pirlo, due gocce d’acqua! Morale della favola, Zakaria tocca forse 4 palloni nel 1° tempo e forse 1 nel secondo. Un regista senza macchina da ripresa. (LOCATELLI 5 Entra in campo talmente spaesato che è probabile che si sia stupito nel vedere da vicino un campo di calcio. Non costruisce azioni degne di nota, salvo essere ammonito per un intervento che Barella non si permetterebbe di fare, dato che lui si esercita su ben altri livelli di entrate. Così va il mondo, chi paga subito e chi ha la licenza di uccidere)
RABIOT 6,5 Recupera, rilancia, corre su tutti gli avversari fino a quando ha forze sufficienti. Poi la riserva si accende, ma non ci sono cambi per lui. Si comprende perché non si rinuncia facilmente ad Adrien, Deschamps o Allegri che sia, se solo sapesse anche giocare in mezzo al campo, invece di correre e nulla più…
BERNARDESCHI 5 Come l’ispettore Maigret si dice uscito dalla mente di George Simenon, così la titolarità di Berna scaturisce dal pensiero debole di Allegri per sperimentare se la Juve possa essere accostata a quei cavalli talmente forti da partire con l’Handicap. Sforzando le meningi non si isola una sola azione degna di nota, se si escludono tentati schizzi di “casino” procurato. E se anche Allegri si convince della sua inutilità, c’è da crederci… (BONUCCI 6 Sulla parola. Entra come azione preventiva all’uscita di Chiellini e perché de Ligt non è in serata. Ma la conseguenza è che la squadra si abbassa oltre ogni limite ed a forza di far entrare il nemico in casa propria, qualcosa di poco piacevole prima o poi succede. Detto, fatto ed è subito rigore. Si presenta a fari spenti nell’area dell’Inter e su cross di Morata (quello bolso e da mandare a Madrid senza tanto pensarci) a momenti inventa la rete di testa da antologia. Eupalla sorveglia che alla Juve quest’anno non ne vada bene una.)
DYBALA 6,5 Gara giocata con un’insolita grinta, anche se spesso si fa sorprendere in ritardo cronico sui ripiegamenti. Chi nasce tondo non muore…Cuadrado. Prova e riprova a graffiare, ma i centrali prescritti non fanno una piega. In campo aperto la loro percezione si modifica e quando De Vrij e Skriniar se ne rendono conto, Vlahovic è già stato servito al millimetro e la Juve passa avanti. Nel momento topico, Paolino non ne ha più e in panchina rimane Kean. Sono sicuro che a qualcuno verrà in mente di pensare che sia un cambio sbagliato. No, è un cambio obbligato: è differente. Perisic ha appena segnato il secondo rigore assegnato e il mister non sa che da lì a 2 minuti Perisic si ripeterà da fuori area. Partita in cui Dybala compare più volte oltre il solito standard, ma la cosa non porta la Coppa (KEAN S.V. Entra tra il 3 a 2 ed il 4 a 2. Fine di una storia triste)
VLAHOVIC 7 Fa reparto da solo, che gli piaccia o no. Dybala non è una seconda punta tradizionale e fino a che non ha Morata di fianco, il suo solo lavoro è rincorrere la chimera, una qualsiasi, tanto che ci frega. Imbeccato al bacio dalla Joya con un tracciante folgorante, si presenta davanti a Handanovic, mette a sedere il diretto difendente con una finta e centra la faccia del portiere sloveno, con l’intento involontario di sfigurarlo. Fortunatamente la palla ritorna sui piedi buoni e il tap-in è servito. Mi dà l’impressione di essere uno degli ultimi ad alzare bandiera bianca.
ALLEGRI 5 Della serie: come andarsi a cacciare nei guai. 4 – 2 – 3 – 1 cervellotico da contrapporre al massiccio 3 – 5 – 2 di Inzaghi. E a centrocampo comandalo loro. Il Fato gli dà una mano paradossalmente con l’infortunio di Danilo e lui che fa? Riequilibra il gentile favore degli dei con un difensore in più (Bonucci). E’ il segnale che per l’Inter c’è ancora vita e i nerazzurri bauscia non se lo fanno dire due volte. Valeri e combriccola anche. Il cambio Chiellini/Arthur grida vendetta, in relazione alla presenza di Locatelli. Se prima la difficoltà di manovra dipende dall’assenza di un regista, ora con 2 insieme è come prima. Si fa buttare fuori per proteste e se protesta Max significa che qualcuno la sta facendo sporca e di molto. Ma tanto a che serve? La panchina cartonata è ricettacolo di sportività acclarata, si sa. Ne abbiamo avuto contezza già nella finale di supercoppa e Bonucci se lo ricorda. D’altronde chi è abituato a subire è naturalmente portato a reagire come i cani sul leone morente. Non è il caso di sbiellare, mister. Tanto non li cambi, quelli. Resta l’amaro in bocca. Forse con un pizzico di coraggio in più… Poco importa se il 2022 non comparirà allo Stadium, ora la palla passa ai dirigenti affinché allestiscano una compagine più forte dell’attuale per tornare in fretta là dove la Juve bivacca da sempre. Perché due stagioni di fila come questa attuale, non si possono sopportare. Il messaggio è arrivato forte e chiaro?

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