Nonostante la qualificazione in Champions e una finale di Coppa Italia ancora da giocare, c’è una parte della Juventus che fatica a sorridere. 

Si tratta di Dusan Vlahovic che, dopo un inizio degno dei migliori centravanti, sembra aver rallentato la marcia. 

Segna poco, spesso viene ripreso dal mister e sembra aver perso il sorriso, come si è visto anche domenica al momento della sostituzione con Chiellini al minuto 79 del match casalingo contro il Venezia. Scelta che lo ha evidentemente sorpreso e deluso tanto da lasciarlo scuro in volto fino al fischio finale. 

I NUMERI 

Dopo gli esordi con il botto contro Verona e Villareal, il serbo si aspettava sicuramente un altro tipo di avventura. 

Vlahovic arrivando a gennaio ha dato un grande contribuito a rilanciare i bianconeri in un momento difficile, portando voglia, grinta ed entusiasmo. 

Ma l’energia delle prime settimane sembra essersi affievolita e ne sono testimonianza anche le reti segnate dal serbo.

Alla Juve non riesce a essere incisivo come lo era a Firenze, cosa prevedibile però, dove in 24 partite aveva segnato ben 20 gol, a Torino invece sono solo 7 le reti in 17 partite di cui 6 di campionato. 

Le statistiche ci dicono che la media gol in campionato è passata da 0,81 (17 reti in 21 partite) a 0,5 (6 in 12 gare), che Dusan va a segno circa ogni 154 minuti, mentre in viola ogni 109, e che con la Juve in serie A è rimasto a digiuno in 7 gare su 12 mentre con la Fiorentina in 9 su 21. 

Da marzo in poi Vlahovic ha messo a segno solo 3 reti in 11 gare ma ha pesato eccome per la qualificazione alla prossima Champions.

E se da un lato i numeri parlano chiaro, c’è da dire che ambientarsi e imporsi alla Juventus non è mai facile, la pressione tra tifosi e avversari è sempre altissima. 

Pressione che avverte lui stesso e che lo spinge, spesso, a perdere quella lucidità necessaria per non sbagliare anche perché se la squadra non crea tantissimo per lui, Dusan ha anche il difficile compito di lottare con difensori fisici che cercano sempre di innervosirlo.

A lui è stato chiesto essere quel bomber che alla Juve mancava dopo l’addio di Ronaldo e a 22 anni è difficile non sentire la pressione di una tale responsabilità. Caricarsi sulle spalle una squadra intera non è mai facile soprattutto se, a differenza della Fiorentina, qui non hai compagni che giocano solo per te.

IL RAPPORTO CON ALLEGRI 

Società, tifosi e mister Allegri sono molto soddisfatti di Vlahovic e della sua personalità. 

Il mister ne ha da sempre esaltato le qualità ma, al tempo stesso, ha spesso sottolineato come la giovane età e la voglia di fare bene spesso possano diventare anche un limite. 

Il tecnico juventino però lo ha di recente difeso proprio con queste parole: 

Dusan deve rimanere più sereno, non può pensare di dover far sempre cose importanti. Lui è bravo a fare gol, per noi è un punto di riferimento. È normale, come tutti quelli che stanno facendo esperienza anche lui deve avere equilibrio e rimanere sereno; non c’è bisogno di strafare. Giocare alla Juve è diverso rispetto alla Fiorentina, ma lui sta sopportando la pressione.”

Anche dopo il match contro il Venezia e la tanto discussa sostituzione con Chiellini, Allegri ha parlato di Vlahovic in conferenza stampa: 

La serenità si raggiunge giocando. Vlahovic ha fatto buone cose e altre meno buone, vale per lui come per gli altri: non deve voler strafare. Per noi è un punto di riferimento, anche oggi nel primo tempo l’abbiamo cercato tanto. Sono contento di quello che sta dando e può solo migliorare.”

Non sono mancate comunque critiche dagli addetti ai lavori all’operato di Allegri che, per alcuni, è responsabile del cambio di atteggiamento e prestazioni del serbo. 

Fra questi Roberto Pruzzo, ex Roma e Genoa, che, intervenuto ai microfoni di “Radio Radio” si è soffermato sul momento non esaltante del serbo: “Vlahovic? Allegri è riuscito a intristire anche uno come lui, che ha entusiasmo e tanta voglia di migliorare, e ce ne vuole“, queste le sue parole.

IL NODO DA RISOLVERE

Se è pur vero che Vlahovic potrebbe fare di più per la Juventus, di certo la Juventus potrebbe e dovrebbe fare di più per un attaccante giovane e famelico come lui. 

Proprio qui è racchiusa la sfida della dirigenza e di Allegri in vista della prossima stagione: costruire una squadra omogenea alle sue spalle che lo metta nelle condizioni giuste per gonfiare la rete ad ogni partita, come ci aveva abituati a Firenze. 

Questa Juve, dotata di un centrocampo povero di qualità su cui preme intervenire, cerca troppo poco le punte e non ne alimenta spesso il gioco offensivo. 

Se è vero che i gol contano, c’è da dire che l’arrivo di Vlahovic ha portato alla Juve ben 27 punti in 12 gare di Serie A, seconda solo al Milan con 28, segno che anche non segnando il “peso” del giocatore c’è e si sente. 

Come si vede e si sente la sua voglia di emergere, la stessa che spesso lo porta a incaponirsi e farsi prendere dalla frenesia quando i rifornimenti alle sue spalle mancano. 

Ma è un peccato che gli si può concedere  vista la giovane età e la voglia di spaccare il mondo, di non accontentarsi, tipica di chi è ben consapevole di avere tutti i mezzi per poterlo fare.