Pirotecnico 3-2 tra Italia e Turchia in una gara che tutto è sembrata, fuorché un amichevole. Due nazionali ferite hanno speso fino all’ultima stilla di sudore pur di portare a casa un risultato favorevole. La nostra Nazionale alimenta rimpianti per la caratura e la personalità mostrata, elementi che non fanno che gettare sale sulla freschissima ferita dell’esclusione dal prossimo Mondiale.
Davanti a 42.000 anime infiammate dallo scontro con gli Azzurri, la Turchia parte forte e approccia la gara con grande agonismo. L’Italia fatica a smaltire le tossine della gara di Palermo e i tanti cambi di formazione di certo non aiutano gli Azzurri, che faticano a trovare le giuste distanze tra i reparti. Mancini, particolarmente nervoso, si sbraccia per lunghi tratti chiamando un pressing che non arriva. Al primo affondo i padroni di casa passano: Cengiz Under sfonda sulla destra, attacca Chiellini e poi lascia partire un destro non irresistibile su cui, ancora una volta, c’è la complicità di un Donnarumma in crisi d’identità.
Lo svantaggio sembra preannunciare aria di crisi ed invece l’Italia fa leva su un giro palla continuo e, minuto dopo minuto, prende campo andando a stanziarsi stabilmente nella trequarti offensiva. Il monologo e l’aggressività aumentano gradualmente fino ad arrivare ad un vero e proprio pressing a tutto campo. Al 35’ Biraghi, pennella una parabola tesa e trova la testa di Cristante che, con potenza, spedisce la sfera in fondo alla rete. Il pareggio regala nuova fiducia e il pressing richiesto da Mancini da i suoi frutti quattro minuti dopo: Tonali ruba il pallone ai turchi in fase di uscita e serve Raspadori che, ambidestro, sceglie il mancino per sorprendere Bayindir sotto le gambe.
L’esultanza rabbiosa del talento del Sassuolo scarica a terra la delusione di una settimana infernale per l’Italia. Calhanoglu nel finale di tempo sveglia Donnarumma che, a seguito da un destro a scendere dal limite dell’area, si fa perdonare la svista sul gol turco distendendosi in volo per smanacciare la sfera sopra la traversa.
Nella ripresa la gara non cambia spartito anche se la Turchia cerca di essere meno “passiva” rispetto al primo tempo, Calhanoglu impegna subito Donnarumma su punizione ma l’Italia assorbe il ritorno dei padroni di casa e trova la rete del 3-1: Raspadori raccoglie e calcia a centro area fulminando ancora Bayindir. La gara sembra chiusa, con tanto di spettatori che abbandonano gli spalti, quando i padroni di casa, grazie all’innesto di cambi molto motivati, accorciano nuovamente le distanze grazie a un gol di rapina di Dursun. I cambi dell’Italia, soprattutto a centrocampo, non approcciano bene alla gara che nel finale sembra tutto fuorché un amichevole tra due squadre con il morale sotto i tacchi.
L’ultima grande occasione della gara viene sventata da Donnarumma che si ricorda chi è con un prodezza da campione vero, andando a sventare con un colpo di reni un’incornata da pochi passi dell’indiavolato Dursun. Nel finale Mancini, su di giri per l’intera gara, inserisce Bonucci per Raspadori passando alla difesa a tre e sigillando di fatto un risultato che non avrà rilevanza, ma che segna la ripartenza degli Azzurri.
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Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.