Una sfida scudetto più aperta che mai: la stagione di Serie A in corso è una delle più emozionanti degli ultimi tempi, visti gli avvicendamenti ai piani alti della classifica. Inter, Milan, Napoli e Juventus si giocano ancora il primo posto mentre Atalanta, Roma, Lazio e Fiorentina si sfidano all’ultimo respiro per i posti rimanenti in Europa. Merito soprattutto degli allenatori che stanno portando le loro squadre a fare veramente bene: fra questi c’è sicuramente Simone Inzaghi, al primo anno sulla panchina nerazzurra. Il tecnico piacentino ha fatto conoscere il suo gioco e la tifoseria interista gli ha dato piena fiducia. Tra questi c’è anche Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio e proprio di Simone Inzaghi. Lo svedese ha parlato di lui a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
SCHEMA DI GIOCO
“Un gioco bello, felice, una squadra che difende attaccando e risolve con quei due davanti, Lautaro più Dzeko. Simone ha dato un’impronta e dà spazio all’improvvisazione sempre dentro a una precisa organizzazione tattica: tutto questo non sparisce se incontri un momento di difficoltà. In una stagione le difficoltà capitano sempre e a fare la differenza è come reagisci quando le cose non vanno come vorresti“.
ENIGMA SCUDETTO
Questo scudetto dipenderà anche dal Milan ma, più che sulla classifica, bisogna soffermarsi sul campo: i primi mesi hanno detto che lo stile di Simone paga parecchio e porta alla vittoria. E la Juve dove la mettiamo? Loro arrivano sempre, hanno il cinismo e l’abitudine alla vittoria. Di certo un campionato italiano così avvincente mancava da tanto: chi è impegnato a giocarsela avrà un po’ di ansia, stiamo meglio noi che la guardiamo dal divano, anche se io faccio il tifoso e dico “forza Inzaghi sempre“.
Poi conclude:
“L’Inter può farcela ancora senza problemi, basta che resti se stesso. Avendo fiducia nel proprio gioco, alla fine i risultati arrivano. Così come il clima che l’allenatore ha creato nello spogliatoio. Ripensi allo scudetto del 2000… Rimontammo 9 punti, ora ne ha molti meno e quell’esperienza lo può guidare”.

Appassionata di pallone sin da piccola, scrivo per passione ma anche per costruire un grande sogno: diventare giornalista pubblicista. Ho la voce molto alta e se mai doveste sentire qualcuno che urla durante le partite, beh quella sono proprio io!