Una partita senza storia, quella tra il Napoli di Spalletti ed il nuovo Barcellona di Xavi. Nonostante i quarantamila del “Maradona” ed il buon pareggio al Camp Nou, i blaugrana hanno fatto valere la legge del più forte grazie al ritrovato “guardiolismo” messo in scena da parte di Xavi, uno dei figli prediletti del buon Pep. Il nuovo Barça è squadra da Champions prestata all’Europa League e la differenza con i partenopei è lampante nella qualità dei singoli e del palleggio. È stato tuttavia il fattore meno prevedibile, uno strozzante pressing sulla trequarti avversaria, a fare la differenza sin dai primi minuti. Ne sono bastati otto agli ospiti per gelare il Napoli. Su un disastroso calcio d’angolo di Insigne la ripartenza del Barcellona è stata fulminante con Jordi Alba bravissimo a freddare Meret. Gli azzurri, colpiti a freddo, hanno subito il colpo e dopo appena cinque minuti è arrivato anche il secondo gol di De Jong; un indiscutibile prodezza balistica propiziata tuttavia dalla mancanza di pressing e dalla scollatura tra difesa e centrocampo, che ha consentito all’olandese di calciare senza disturbo. I fischi del Maradona hanno scosso la squadra di Spalletti che, nonostante una mezza dozzina di occasioni regalate per errori in fase di prima costruzione, al primo vero affondo hanno accorciato le distanze. Il Napoli viene rimesso in corsa da un rigore realizzato da Insigne ma è un fuoco di paglia perché Pique, prima dello scadere ristabilisce le distanze.
Nella ripresa i blaugrana fanno accademia, tessendo la solita ragnatela spagnoleggiante salvo poi calare il poker con Aubameyang. L’ingresso di Politano per Demme con Elmas in mediana non sortisce nessun effetto e anche Insigne, al momento della sostituzione, viene sommerso dai fischi dei suoi tifosi. Dopo la consueta girandola di sostituzioni, Politano rende dignitoso il punteggio al 42’, fissando il tabellino sul definitivo 2-4.
Il Napoli dice addio dunque all’Europa, sfortunato nell’aver trovato, nel suo momento peggiore, l’avversario più forte nel suo momento migliore.
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