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Oggi Kazu Miura compie 55 anni. Il giapponese è il calciatore professionista più anziano ad essere ancora in attività. Lo ricordiamo in una breve avventura in Italia, quando nell’estate del 1994 fu ingaggiato dal Genoa. Nella stagione precedente era stato eletto “calciatore asiatico dell’anno”. Pertanto il biglietto da visita non era niente male.

Miura debuttò con la maglia del Grifone il 4 settembre 1994, a San Siro contro il Milan. Fu il primo campionato in cui la vittoria valeva 3 punti.

L’esordio in Serie A, tra una miriade di giornalisti e fotografi giapponesi, non fu fortunato. Dopo circa mezzora di gioco, Miura incappò in un tremendo scontro aereo con Franco Baresi. L’allora 27enne giapponese fu trasportato all’ospedale Niguarda di Milano, dove passò la notte in osservazione. Gli furono riscontrate una frattura scomposta del setto nasale e una commozione cerebrale.

Per farlo arrivare in Italia, gli sponsor garantirono ingenti somme al presidente Spinelli. Tra Fuji TV e Kenwood il Genoa ricevette ben 4 miliardi del vecchio conio, cifra esorbitante all’epoca.

E Miura fece di tutto per integrarsi nella cultura italiana. Le sue sortite a Milano a Via Montenapoleone erano frequenti. Amava vestire Armani, Prada, Etro e Missoni. Appassionato di storie legate alla mafia, conosceva i film de Il Padrino e chiamò il suo cane Vito Corleone. Per quanto riguarda le auto preferiva invece la tecnologia tedesca, in quanto possedeva Porsche, BMW e Audi.

Eppure i risultati in campo furono scadenti. Il tecnico del Genoa, il compianto Franco Scoglio, non lo stimava, lo chiamava “il giapponese” e odiava l’invadenza dei giornalisti nipponici. “Toglietemi di torno ‘sti gialli della minchia“. “Io gli parlo due minuti – disse di lui Scoglio – quello (il traduttore, ndr) traduce tutto in due secondi: cosa capisce Miura?”.

Spinelli provvedette tuttavia all’avvicendamento in panchina, sostituendo Il professore con Pippo Marchioro.

In 21 partite con il Genoa, molti dei quali furono spezzoni, riuscì a segnare una sola rete, seppur nel Derby della Lanterna. Una rete comunque inutile, visto che ad avere la meglio fu la Samp. Spinelli cambiò ancora e affidò la panchina a Claudio Maselli. Con quest’ultimo lo spazio per Miura si restrinse ulteriormente.

Quando lasciò l’Italia, dopo appena una stagione, il Corriere della Sera lo liquidò così: “Sembra uno di quei ragazzini all’oratorio a cui non passano mai la palla, che per poter dire di aver giocato corre a battere tutti i calci d’angolo”.

Il segreto della sua carriera? Aver mantenuto una disciplina ferrea in termini di alimentazione e non aver mai fumato.