ancona coppa italia
  • Tempo di lettura:4Minuti

Tra le varie imprese in Coppa Italia da parte di sodalizi non di primo piano, una particolare menzione merita l’Ancona 1993-’94, militante in Serie B ma spintosi fino all’atto conclusivo della “Coppa della coccarda tricolore”.

Tornato immediatamente in cadetteria dopo una sola annata in massima divisione, il club dorico inizia la sua avventura in Coppa battendo a domicilio i siciliani del Giarre (Serie C-1), piegati per 2-0 dopo i tempi supplementari grazie alle reti di Sebastiano Vecchiola al 95′ e di Nicola Caccia al 109′.

Le imprese iniziano il turno successivo, quando gli uomini di Vincenzo Guerini estromettono il Napoli allenato da Marcello Lippi: 0-0 in Campania all’andata e successo biancorosso per 3-2 al ritorno al “Del Conero”, grazie alla rete di capitan Massimo Gadda (all’11’) e alla doppietta del bomber Massimo “il condor” Agostini (a segno al 21′ e al 61′), che rendono vana la reazione dei partenopei (a segno al 76′ con Mario Massimo Caruso e all’88’ con un’autorete di Salvatore Mazzarano). Quel Napoli avrebbe poi dimostrato il proprio valore giungendo sesto nel campionato di Serie A, conquistando la qualificazione alla Coppa UEFA.

La fase successiva (ottavi di finale) vede i marchigiani opposti a un’altra formazione campana, ma di livello tecnico nettamente inferiore al Napoli: l’Avellino, militante in Serie C-1. La gara d’andata nelle Marche termina col successo per 1-0 dei locali grazie a una rete di Felice Centofanti al 90′, mentre il ritorno si conclude con un 2-2 che ai dorici vale il passaggio del turno: irpini avanti al 16′ grazie a Salvatore Fresta, risposta ospite al 33′ con Gianluca De Angelis, nuovo vantaggio biancoverde al 36′ con Rocco De Marco e definitivo pari all’80’ con Agostini su calcio di rigore.

L’avversario dei quarti di finale è il Venezia, sodalizio del campionato cadetto ma “giustiziere” di Juventus e Fiorentina: allo 0-0 dell’andata in Laguna fa seguito l’affermazione biancorossa per 2-0 nelle Marche, grazie a una bella doppietta di Vecchiola, in goal al 14′ e al 76′.

Si entra, quindi, nel vivo, con le semifinali: l’avversario è il temibilissimo Torino, detentore del trofeo. Gli adriatici si impongono per 1-0 all’andata in casa (rete di Agostini al 21′), per poi resistere al ritorno in Piemonte, strappando uno 0-0 che vale l’accesso alla doppia finale.

L’ostacolo nell’epilogo della competizione è la Sampdoria, che non è più quella di qualche anno prima (“scudettata” nel 1990-’91, finalista di Coppa dei Campioni la stagione successiva), ma senza dubbio un gruppo di buon valore, potendo contare su elementi quali Gianluca Pagliuca, Pietro Vierchowod, Attilio Lombardo, David Platt, Vladimir Jugovic, Roberto Mancini, Alberigo “Chicco” Evani e Ruud Gullit.

L’andata si disputa ad Ancona il 6 aprile 1994: contrariamente a quanto pronosticato dai più, i dorici riescono a reggere l’urto, strappando uno 0-0 che lascia aperte tutte le possibilità, rinviando la decisione alla gara di ritorno, in programma a Genova il successivo 20 aprile.

La sfida decisiva vede l’arrivo nella “Superba” di ben 2.000 tifosi anconetani, speranzosi di poter festeggiare un alloro che farebbe dei biancorossi la terza compagine della divisione cadetta in grado di iscrivere il proprio nominativo nell’Albo d’Oro della Coppa Italia, dopo il Vado del 1922 e il Napoli del 1961-’62.

Il primo tempo si conclude sullo 0-0, lasciando intatte le speranze dei marchigiani, che però crollano nella ripresa: un’autorete di Vecchiola al 50′ porta avanti i liguri, che poi vanno nuovamente a segno con Lombardo al 58′, Vierchowod al 65′, ancora Lombardo al 75′, Mauro Bertarelli su rigore all’80’ ed Evani (anch’egli dagli undici metri) all’85’. I dorici riescono solamente a siglare il momentaneo 3-1 con Fabio Lupo al 72′, per un risultato finale di 6-1 per la Sampdoria, che conquista la sua quarta Coppa Italia.

Il sogno dell’Ancona si spezza proprio sul più bello, dopo aver tenuto testa al più quotato avversario per tre quarti della duplice sfida.

L’avventura dei marchigiani è da considerarsi una vera e propria impresa (benché non coronata da un successo che sarebbe stato storico), poiché da quell’annata 1993-’94 nessuna compagine di divisione inferiore è mai più riuscita a conquistare l’accesso alla finale di Coppa Italia (anche -ma non solo- per via delle successive variazioni alla struttura della competizione).

Di certo, fra i tifosi anconitani restano tuttora sia l’orgoglio per tale bella avventura sia il rammarico per un traguardo mancato per non molto (a causa di 45 minuti di “follia”), che se tagliato avrebbe consentito all’Ancona di mettere in bacheca un importante trofeo e di conquistare uno storico accesso alle Coppe Europee (per la precisione, alla Coppa delle Coppe).

Giuseppe Livraghi

Seguici su Per Sempre News!