È un periodo di grande crisi e instabilità quella che sta vivendo il nostro Paese. Le elezioni del nuovo Capo dello Stato ricaduta in concomitanza con la crisi pandemica ha creato tumulto e generale disorganizzazione fra le parti politiche. In che modo però alcune situazioni che si stanno prospettando potrebbero colpire anche il mondo del Calcio?

Il tema del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza

La chiave della questione, come al solito, si chiama Mario Draghi. Il Governo sta infatti lavorando con impegno sul piano del PNRR, che contiene anche diversi fondi anche destinati allo sport. Nello specifico, come si legge nel programma approvato dalla Commissione Europea il 22 giugno 2021, 700 milioni sono destinati allo Sport e all’inclusione sociale; 300 milioni invece vanno al potenziamento delle infrastrutture sportive scolastiche.

Per quanto riguarda il piano di inclusione sociale ci sono due obiettivi. Il 50% dei fondi dovrà essere destinato all’efficientamento di impianti già esistenti. L’altra metà dei 700 milioni invece andrà interamente dedicata alla costruzione di nuove infrastrutture sportive. La data entro la quale si dovrà iniziare a lavorare ai nuovi progetti sarà il 2023. Potrebbero però esserci dei cambiamenti, dipendentemente da quello che sarà il destino del Premier Draghi.

Gli scenari e le conseguenze con Draghi al Quirinale

Per ora è un’eventualità non concreta effettivamente, ma l’elezione del Premier come Presidente della Repubblica sarebbe un unicum nella nostra storia repubblicana. È come se, ad oggi, piuttosto che i partiti stessi, solo alcune correnti interne vedano bene l’ex banchiere al Quirinale. Pochissimi sono disposti a togliere Draghi dal suo incarico, e tantomeno a far cadere un governo in questo momento.

La sensazione però e quella che, con il passare degli scrutini che non portano ad altro se non a fumate nere e qualche bizzarro nome sulle schede lette dal Presidente della Camera, il nome di Draghi possa farsi sempre più concreto e convincere tutte le parti politiche mai come ora in carenza di intese e nomi. In quel caso si prospetterebbero diversi scenari. Dalle improbabili elezioni anticipate, al rimpasto di governo, per passare alla scelta di un nuovo tecnico a guida degli stessi ministri. Quest’ultima sarebbe la situazione migliore in vista di un’attuazione senza intoppi del PNRR. Si; perché in caso contrario, con nuovi governi, nuove intese e diversi interpreti, potrebbe facilmente bloccarsi tutta la macchina.

Infrastrutture anche per il calcio femminile

Sarebbe probabilmente uno sbaglio dannoso, anche in ottica del movimento calcistico femminile in Italia, che quanto mai come ora necessita di infrastrutture sempre più efficienti. Sul tema si è pronunciato qualche mese fa anche Gianni Infantino, Presidente della FIFA.

“Mi raccomando il calcio femminile, riforme, infrastrutture, uniti si vince e divisi si perde. Avanti così!”

Come lui, anche Carolina Morace e tutte le calciatrici della sua generazione si pronunciano spessissimo sulla situazione in Italia e sull’evoluzione del tema negli anni rispetto ai loro inizi; a dimostrazione dell’importanza della questione nel nostro movimento.

“Quanto è cresciuto il movimento femminile? Sicuramente è cresciuto nelle infrastrutture, negli strumenti che hanno a disposizione le ragazze. La situazione Covid sta rendendo difficili nuovi investimenti in questo periodo.”

Carolina Morace a “1 Football Club”

Il Covid ha reso molto più difficili gli investimenti, è vero, ma con il nuovo PNRR potrebbero esserci prospettive interessanti per tutti. Bloccare tutto, lo ripetiamo, sarebbe quindi un grosso errore e sicuramente un brutto colpo.

Attenzione però, perché Draghi al Quirinale non potrebbe essere l’unica mossa a smuovere il Piano. Anche con l’elezione di un altro presidente infatti, e il mantenimento dell’attuale governo, la legislatura sarebbe ovviamente destinata a terminare comunque nell’ottobre del 2023. Questo vuol dire elezioni e campagna elettorale: ci sarà tempo almeno fino a questa estate prima che i partiti di governo inizieranno a marcare le distanze e a create attriti interni.

Dunque di fronte a questo diventa lecito pensare se siano meglio le elezioni ora, per ripartire subito a lavorare, o se sia meglio preservare al massimo il Premier che sta muovendo da tempo (e abilmente) le pedine del PNRR. Quello che è certo è che più passeranno i giorni, più si delineeranno scenari concreti. Solo in base a quello il mondo dello sport in Italia potrà cercare di agire per gli interessi propri e dei privati cittadini.

Calcio femminile e politica comunque sono incredibilmente più vicini di quello che crediamo. Un motivo in più per seguire con interesse l’elezione del nuovo Capo dello Stato, che più che in ogni altro contesto, potrebbe toccare direttamente il mondo dello sport.

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