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Ci ha pensato e ripensato ma, alla fine, Bruno Labbadia ha seguito il consiglio del Trap e ha detto no alla panchina del Genoa. Difficile dire se sul rifiuto dell’ex bomber dell’Arminia Bielefeld pesi in maniera consistente il clamoroso 6-0 subìto ieri dal Grifone in casa della Fiorentina. Il dopo Sheva si fa sempre più nebuloso, perché la panchina della squadra più antica d’Italia resta vacante e i risultati rischiano di diventare schiaccianti per una realtà che non pensava di dover lottare per la salvezza. In quest’ottica la nuova società si sta muovendo per rinforzarsi sul mercato ma, avendo ancora a libro paga Ballardini e Maran, alla fine è difficile che il prossimo a sedersi sulla panchina si discosti da questi due nomi.

In ottica salvezza Ballardini è certamente avvantaggiato rispetto a Maran. Il tecnico di Ravenna conosce l’ambiente a menadito avendo già allenato il Genoa in quattro distinti periodi a partire dalla stagione 2010-11, ritornando nel 2013, nel 2018 e alla fine lo scorso anno. In un momento di incertezze, la sua abitudine nel gestire squadre che lottano per non retrocedere potrebbe essere salvifica per una squadra apparsa letteralmente allo sbando, brutalizzata da una Fiorentina che, in questo momento, era sinceramente troppo.

ballardini genoa
Davide Ballardini, per lui si tratterebbe del quinto incarico sulla panchina del Genoa (foto calciodangolo.com)

Con il ritorno di uno tra Ballardini o Maran, dopo il ritorno di Giampaolo alla Samp, anche l’altra sponda di Genova punterebbe dunque sull’usato sicuro; su un nome meno esotico rispetto a Shevchenko, su un “normalizzatore” che, con poche mosse, potrebbe ridare alla squadra quelle certezze che ha clamorosamente smarrito, come visto al Franchi. Oltre a questo aspetto, c’è da sottolineare la natura economica dell’operazione, con la proprietà che eviterebbe di mettere sotto contratto un quarto allenatore.

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