SZCZESNY 6,5 Non impegnato alla morte, ma ogni volta che viene chiamato in causa sbroglia la matassa con autorità. Nell’unica vera occasione dei friulani nel 2° tempo, caccia la manona sul tiro di Beto per deviare oltre la traversa. Rispetto alla gara d’andata, pare di veder giocare due portieri sosia. Per fortuna.

CUADRADO 6 Subisce poco dalla sua parte, ma non è così brillante come ci si aspetta nei rovesciamenti di fronte. Per carità, prestazione sufficiente, anche se non avendo giocato mercoledì, qualcosina in più ci si può attendere. Sembra un po’ stoppato dalla presenza a sinistra di Bentancur e di Kulusevski. Dal primo per troppa presenza, dal secondo per troppa confusione. Nella parte finale della partita, spariti i due di cui sopra, la corsa si fa più fluida ed anche le giocate si liberano di ruggini sparse.

RUGANI 5,5 Daniele, ce l’ha con me! Stavolta che mi sento in piacevole dovere di premiarlo con un voto sufficiente, non va a cadere in un liscio da far impallidire la famiglia Casadei per 5 generazioni? Avanti col liscio e buon per lui e per noi che la palla non è tra i piedi di uno come Chiesa o Gervinho e che può recuperare. Si sarebbe direttamente passati al plotone di esecuzione. Riaprire la gara in quel frangente sarebbe stato un delitto. Mi chiedo sempre perché si sono ceduti Romero e Demiral, per tenere il 24. L’ingaggio monstre ci cova…

‘de LIGT 6,5 In certi momenti del match, lanciando un pezzo di legno tra lui e Beto, si vedrebbe sviluppare il fuoco, da tante che sono le scintille. Ci mette le buone e quando occorre anche le cattive, di testa e di corpo, con una fisicità bestiale. Salva un’azione sotto porta quasi sulla linea, nel momento di massima spinta udinese per rientrare in partita. Ci permettiamo di far conto su un solo centrale per gara, una volta Bonucci, una volta Chiellini, stasera de Ligt. Che questo sia un punto di forza, è indubbio. Uno dei pochi.

PELLEGRINI 5 Tranquillo, ragazzo, può succedere di non entrare in campo. Va a sapere perché, ma Luca sembra come frastornato, in preda ad un vuoto mentale ed agonistico come raramente si vede. Non fa guasti, ma tanto basta perché il mister lo cambi prima possibile (DE SCIGLIO 6,5 Gioca poco più di mezzora e incide sulla partita alla grande. Sulla fascia sinistra la Juve diventa immediatamente pericolosa, costringendo gli avversari a tenersi bassi. Mattia prova a mettere cross invitanti sulla testa dei compagni. Serve McKennie, ma l’americanino cicca la palla tra collo e braccio. Al secondo tentativo, De Sciglio pennella un traversone perfetto, imbeccato da un’apertura di Dybala, per il solito McKennie che raddoppia e chiude la gara. Piace pure in un ripiegamento sontuoso a filo del fondo campo intervenendo in anticipo e spazzando via senza tanti ripensamenti. Sempre convinti che De Sciglio sia scarso?

BENTANCUR 6 Prestazione di ordinaria amministrazione. Qualche sbavatura all’inizio e poi poco per volta entra a pieno titolo in partita, battagliando alla sua maniera: perdendo palloni e recuperandoli, senza fare danni. Resiste in mezzo al campo fino a 10 minuti dalla fine, a dimostrazione che le scelte del mister sono in funzione del risparmiare i protagonisti dei 120 minuti di mercoledì scorso. (RABIOT S.V. Buttato nella mischia per raggiunta riserva del serbatoio di Rodrigo. Almeno così mi dicono, che me sia accorto non mi pare).

ARTHUR 5,5 Tatticamente meriterebbe un votaccio. Stesso motivo per cui Allegri dà di matto e chiama Locatelli al riscaldamento dopo soli 25 minuti. Comunque sia Arthur riscatta la sua presenza in campo, con un fendente in verticale a servire il movimento di Kean, che a sua volta confeziona un assist a liberare Paolino davanti a Padelli per il vantaggio. Dopo di ché, “Hic sunt leones”, avrebbero commentati gli antichi romani. Quanto vorrei chiedergli: “Perchè se ti servono sulla corsa, devi stoppare e tornare indietro con una veronica?” Oppure: “Se non ti infili tra gli avversari che raddoppiano e triplicano, ti senti sminuito nell’autostima?”. In un calcio spietatamente tattico come il nostro, Arthur sembra il classico cavolo a merenda e Allegri lo tira via dopo un tempo, che non è proprio un complimento (LOCATELLI 6 Una gara che non passerà alla storia, ma per lo meno le geometrie sono salve. Manuel gioca a 2 tocchi, anche a 1, non perdendo la montagna di tempi di gioco dilapidati dal predecessore)

McKENNIE 7 Ormai è conclamato: il maghetto Harry Potter prestato al gioco del pallone si è preso il posto da titolare a tutti gli effetti. Dopo la maratona di San Siro, viene confermato, confermatissimo da Allegri, che sa di non poterne fare a meno. E’ sulle orme di gente tosta come Benetti, Conte, Vidal, con la capacità di andare a concludere. Spesso di testa, lui che non è una pertica. Anche contro l’Udinese si produce in 2 incornate a breve distanza l’una dall’altra, con la seconda che regala il raddoppio agognato. McKennie è l’ultima intuizione di un talent scout come Paratici, bruciato nel mestiere di direttore sportivo: diamogliene atto.

KULUSEVSKI 5,5 Io vorrei ma non posso. E non è detto che possa per davvero. Dejan ce lo hanno scambiato con il fratello nel viaggio da Parma a Torino, altrimenti non si riesce a spiegare. Come per Arthur, la pazienza di Max dura un tempo. Un tempo di giocate approssimative, con piedino timido, dai passaggi spesso a metà strada. Pavido quanto basta per non saltare mai l’uomo. Una volta correva in avanti. Ora, neanche più quello (BERNARDESCHI 5,5 Appoggia un briciolino di più l’azione in uscita, ma se si deve andare a cercare la giocata che accende la luce, il buio si impadronisce di noi. Rischia il patatrac per una tiratina di treccine a Suppy appena dentro l’area. Il V.A.R. non interviene, come mercoledì per la manata di Bastoni a McKennie. Una volta il V.A.R. ti dà, una volta il V.A.R. ti toglie. Il fallimento della tecnologia).

DYBALA 7 Sblocca il risultato e questo è quanto. Si spara tutti i minuti dell’incontro per mancanza di sostituto (Kaio Jorge non gli assomiglia). Cerca di opporsi all’avversario di turno, ma la fisicità dei giocatori udinesi lo travolge tra lo sgomento dei fans. Pare una piuma che volteggia agitata dalle correnti ascensionali. Kean lo smarca davanti a Padelli per segnare come in un gioco per ragazzi. L’esultanza è antipatica, non consona ad un campione che porta la fascia di capitano, poche storie.

KEAN 5,5 …e pensare che tocca 5 palloni 5 in tutta la partita e per 5 volte gioca di prima sul compagno. Ad iniziare da Dybala per il primo goal. Il problema non è la tecnica di Moise, il problema è convincere i compagni a passargli il pallone. Se passasse intere frazioni di gioco senza mai, dico mai, intravvedere la palla, anche Lewandoski andrebbe in crisi. Dice: “Venga a prendersela, la palla”. Certo, così si allontana dalla porta e diminuisce comunque le probabilità di realizzazione. Come sono strani i giudizi del tifoso: Dybala deve giocare più vicino alla porta e Kean invece deve andarsi a prendere il pallone più lontano. La domanda sorge spontanea: chi è la prima punta? Il gatto? (MORATA 6 Di stima e per un paio di sgroppate a chiudere verso l’area friulana. Non ha molte occasioni per mettersi in luce e cerca il dialogo per liberare lo spazio alla conclusione, ma gli sbocchi sono pochi davvero).

ALLEGRI 6,5 Sceglie di far rifiatare i reduci dalla battaglia della Supercoppa e schiera una formazione “altra” per 8 undicesimi. Di fronte si presenta una squadra che all’andata ha fatto soffrire e che ha recuperato gran parte della rosa messa fuori causa dal Covid. Partita preparata gioco forza a vincere e con approccio giusto. Una volta in vantaggio la Juve palesa i soliti difetti strutturali e mentali. La squadra tende ad abbassarsi di suo, senza che glielo dica il mister. Anzi, se dipendesse da lui, si giocherebbe 20 metri più avanti e lo sbottare per i tempi persi da Arthur sono la prova provata. Vedere l’allenatore che dà in escandescenze per la solita ripresa al rallentatore dopo l’intervallo, è sintomo che la circostanza dipenda da alcune caratteristiche di ordine mentale contro cui anche Allegri sta per alzare bandiera bianca. Non di meno va sottolineato che la Juve è all’ottavo risultato utile consecutivo e che se il campionato fosse iniziato a novembre, sarebbe in testa alla classifica o quasi. I cambi, soprattutto quello di Pellegrini con De Sciglio, hanno dato buoni frutti e questi 3 punti mettono maggiormente pressione a Napoli e Atalanta, tenendo a debita distanza Lazio, Roma e Fiorentina. La sconfitta sul filo di lana della finale di supercoppa non ha prodotto scorie fastidiose e quelle incamerate sono state smaltite. L’obbiettivo è entrare in Champions in un’annata a dir poco densa di ostacoli. Ben vengano vittorie come questa contro l’Udinese: non farà stropicciare gli occhi, ma fa classifica.

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