Sulla Premier League si è abbattuto il ciclone Covid versione Omicron, che sta decimando quasi tutte le squadre che ne sono venute a contatto. L’alta viralità di questa variante sta mettendo in ginocchio il “campionato più bello del mondo”, colpito dalle tante positività. Tante le gare rinviate, a tal punto da far pensare alla Football Association al lockdown in attesa di tempi migliori.
La rapida diffusione di Omicron, che lunedì il segretario alla salute Sajid Javid ha affermato che potrebbe aver causato fino a 200.000 infezioni da Covid nel paese, ha messo a nudo i pericoli dell’esitazione al vaccino di alcuni giocatori, che i club e i funzionari della Premier League hanno combattuto per tutta la stagione.
Anche i tabloid inglesi, il Daily Mail su tutti, riprendono la possibilità di una chiusura dei battenti;se è vero che “the show must go on”, come recitavano i Queen, la salute degli atleti è a forte rischio e le vaccinazioni non sono state a tappeto. Il quotidiano inglese definisce la percentuale di vaccinati tra giocatori e staff “gelosamente custodita dalla FA”; una nota sarcastica che nasconde sotto la sabbia il segreto di Pulcinella.
I giocatori del campionato inglese che sono vaccinati si attestano intorno al 68%, una percentuale che non ha retto l’urto della quarta ondata; i casi tra tutti i tesserati che sono in continua ascesa. Le partite che vengono rimandate a data da destinarsi cominciano a intasare il calendario. L’Italia, che in relazione alla variante Omicron è in vantaggio di circa 20 giorni sul resto d’Europa, conta il 98% di tesserati; un fattore che nonostante le trasferte in Europa sta influendo in maniera decisiva sulla “tenuta” del nostro campionato.
Anche nel nostro paese, ovviamente, i casi di Covid tra calciatori continuano a salire ma la curva sembra più lenta, meno esponenziale e, per ora, sotto controllo: un merito della FIGC l’aver imposto la vaccinazione?
Seguici anche su Per Sempre News!
Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.
