Nella serata di ieri aldilà dell’amaro lasciato dal risultato di 1 a 1 con il Venezia e da una prestazione per niente brillante, è balzato all’occhio un altro problema per la Juventus che porta il nome di Paulo Dybala.
L’attaccante argentino infatti è stato sostituito dopo soli 12 minuti di gioco e al suo posto Allegri ha schierato il giovanissimo, e inesperto, Kaio Jorge.
L’entità dell’infortunio e soprattutto i tempi di recupero sono ancora da valutare ma, da un primo accertamento, sembra trattarsi di un risentimento muscolare alla coscia destra.
Se dovesse essere confermata una lesione senza ombra di dubbio rivedremo l’argentino nel 2022.
È infatti impensabile che la Joya centri un recupero lampo, considerando che la Juventus giocherà sabato a Bologna e poi martedì 21 in casa contro il Cagliari.
Se il rinnovo sembrava in dirittura d’arrivo proprio per Natale, la situazione ora non è più così definita.
Stando a diversi rumors il rinnovo dovrebbe arrivare comunque a fine mese ma in molti, tifosi e addetti ai lavori, si stanno domandando se sia giusto rinnovare visti i tanti infortuni e soprattutto farlo per una cifra intorno ai 10 milioni di euro.
Dentro la crisi della Juventus possiamo quindi inserire anche il nome di Dybala?
TANTI, TROPPI STOP
Paulo Dybala sembra portare un soprannome, cognato per lui da un giornalista argentino, che di fatto riassume perfettamente la sua condizione.
La “Joya” dallo spagnolo “gioiello, prezioso” è esattamente così: tanto prezioso per le sue doti tecniche quanto fragile nel fisico, proprio come un cristallo pregiato.
Dopo la stagione 2020-21 che definire complicata è riduttivo, contornata da Covid e infortunio e vissuta all’ombra di Ronaldo, Paulo Dybala aveva vissuto una vacanza incentrata sul lavoro fisico per farsi trovare al meglio alla Continassa.
Così però non è stato e, dopo essersi fermato già durante il ritiro estivo, in Juventus-Sampdoria del 26 settembre, arriva il primo infortunio.
Il rientro gestito all’insegna della prudenza porta invece ad un altro stop muscolare in occasione dell’ultima pausa internazionale.
Già durante Juventus-Malmoe Dybala viene sostituito per un affaticamento e quindi forse con una gestione diversa della situazione, si sarebbe potuto evitare lo stop di ieri.
“Purtroppo abbiamo rischiato e ora vediamo cosa ha. Sicuramente c’è un legame con mercoledì, era uscito, aveva avuto un affaticamento. Sembrava che stesse bene, purtroppo invece non è andata così”, queste le ultime parole di Allegri.
Gestione sbagliata forse ma c’è da dire che di Dybala la Juve ha estrema necessità considerato che l’attacco è retto solo da lui e da Morata.
Troppo poco per una squadra che anche ieri ha subito un’altra battuta d’arresto, da una squadra neo promossa in serie A, in quello che ormai è il miraggio della corsa alla zona Champions.
La fragilità del numero 10 di fatto condiziona la stagione della Juve che ora si trova anche senza Chiesa.
In quattro anni sono oltre 250 i giorni che Dybala ha passato in infermeria, una media davvero spaventosa.
Questa sarebbe dovuta essere la stagione del riscatto, quella dell’incoronazione a leader della squadra bianconera, un definitivo salto di qualità che viene sempre tristemente e bruscamente interrotto dai suoi infortuni.
Il giocatore è parso visibilmente provato dopo la sostituzione e sicuramente, se dal punto di vista fisico non è facile, non lo è neanche da quello psicologico ugualmente importante per essere o per diventare un campione.
La Juventus su di lui ha investito tanto ben 100 milioni in cinque anni ed ora, alla luce dei fatti, questo investimento rappresenta una scommessa del club più che una strategia.

Appassionata di calcio a 360º
Scrivo per far sì che la mia passione mi porti a realizzare un mio grande sogno: diventare una giornalista sportiva.