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Paulo Dybala compie oggi 28 anni. Il numero 10 della Juve è in quella fascia d’età reputata dall’Avvocato quella della massima espressione di un calciatore. Questa è la sua settima stagione con la maglia della Juve. Nel suo percorso in bianconero ha alternato fasi da campionissimo ad altre piuttosto deludenti.

Tuttavia, per rendere l’idea della classe innegabile della Joya basta vedere questa rassegna di giocate mostrata dall’account Twitter della UEFA.

Se lo giudicassimo per le sue giocate migliori, lo reputeremmo tra i primi 3, massimo 5, calciatori al mondo. E la Joya ha le caratteristiche tecniche per esserlo. Tuttavia, tolta forse l’annata in cui annientò il Barcellona, gli è sempre mancato quel quid per affermarsi come tale. Sulla sua posizione in campo è intercorso un continuo dibattito. Al Palermo giocava come punta unica davanti a Vazquez.

Alla Juve è stato inserito in svariate posizioni. Da centravanti ad esterno destro, da seconda punta a trequartista, Dybala è sempre stato spostato in base alle esigenze tattiche degli allenatori ma anche alle caratteristiche dei compagni. Già l’arrivo di Higuain favorì un suo progressivo allontanamento dall’area di rigore. L’ex Palermo si è, pertanto, calato nelle vesti di cucitore di gioco. Con CR7 è stato chiamato a un lavoro più da trequartista e ha dato un sorprendente contributo in fase difensiva.

La fluttuazione in termini di numeri realizzativi ha, pertanto, questa chiave di lettura. Nel senso che i continui spostamenti, dovuti in primis alle esigenze della squadra, hanno fatto sì che ad essere spostato fosse proprio Dybala. Se da un lato la squadre ne ha beneficiato, dall’altro lato il giocatore non ha forse reso al meglio. Altri campioni hanno consegne tattiche ben precise. Ma anche altri calciatori tecnici, che non hanno né il genio né le qualità della Joya.

Si pensi a Lorenzo Insigne. Il numero 10 della Nazionale si esprime al massimo perché gioca nella stessa posizione da tempo e non è sottoposto a drastici cambiamenti. Tolti i pochi mesi in cui ha giocato seconda punta con Ancelotti, Insigne è sempre partito da sinistra e ha sempre avuto le stesse consegne. Dybala è un calciatore superiore a livello fisico, di tecnica di tiro e anche realizzativo.

Per colpe non sue, ma per esigenze di squadra, la Joya non ha mai avuto grande continuità in un ruolo. La Juve del primo Allegri non è mai stata una squadra caotica. Eppure nell’ultimo periodo l’argentino non è mai stato valorizzato al massimo. Avendo assunto la nuova sfumatura del tuttocampista, si è dovuto adattare alle mutevoli filosofie di gioco della Vecchia Signora.

A ciò si sono aggiunti i vari contrattempi fisici. L’anno scorso, con Pirlo alla guida, è stato giustappunto caratterizzato da problemi continui. Ciò ha sicuramente influito sulla carriera del ragazzo, che non ha avuto particolari colpe. In Nazionale argentina il problema è stato quello della difficile coesistenza con un accentratore come Leo Messi. La Pulga è considerato, assieme a CR7, il miglior calciatore del terzo millennio. Sia Dybala che Messi sono mancini e sono difficilmente inseribili in zone di campo diverse. A quel punto il suo percorso con l’Albiceleste è stato in salita.

In conclusione, Dybala non è arrivato ai livelli di un fenomeno come Messi e questo prescinde dalle tante attenuanti. Nella storia in pochi hanno raggiunto questi livelli. Per un ulteriore salto di qualità, per essere reputato costantemente tra i primissimi al mondo, hanno inevitabilmente inciso scelte degli allenatori e infortuni. Certamente Paulo Dybala è in credito con il calcio e merita.