Domenica scorsa il Napoli ha indossato una maglia commemorativa. Un omaggio a Diego Armando Maradona, a un anno dalla sua morte: si chiama “Maradona Game”. Graficamente bellissima, riporta il volto stilizzato de El Diez sovrapposto al segno di una sua impronta digitale.
Contro il Verona, l’uso della divisa speciale firmata EA7 non ha portato fortuna agli azzurri. Vedremo cosa succederà poi nei successivi impegni di questo mese della squadra di Spalletti. Il 21 novembre, a cospetto dell’Inter a San Siro e il 28 novembre contro la Lazio, a Fuorigrotta.
Ovviamente, l’iniziativa della società partenopea ha creato emozioni nei tifosi. Oltre ad aver generato aspettative diffuse tra i collezionisti. Del resto, la maglia verrà messa in vendita in tre varianti di colore diverso. Ed è già partita la caccia al prezioso cimelio, prodotto in edizione limitata di 1926 esemplari, per ciascun colore (in omaggio all’anno di fondazione della società.

Nel frattempo, però, la maglietta celebrativa ha prodotto un mucchio di polemiche e tensioni.
La parole di Diego junior
Specialmente da parte degli eredi de El Pibe. Reale il disappunto iniziale di Diego Maradona junior (“La maglia in onore di papà è un vanto ma mi dispiace per la nostra mancata considerazione da parte del Napoli. Noi legittimi eredi, non siamo stati coinvolti e non abbiamo mai dato il consenso a questa operazione...”), che anche alla luce dei buoni rapporti intrattenuti da sempre con la proprietà, avrebbe preferito sapere direttamente della vicenda dal club di De Laurentiis.
Addirittura si palesava all’orizzonte una possibile azione legale. Pare che la vicenda sia incentrata tutta attorno ad un’autorizzazione. Sull’argomento, Diego junior fa chiarezza: “È stata firmata da Stefano Ceci, che era il manager di papà…“.
Tuttavia, adesso la situazione è diversa, chiama direttamente in causa i familiari. “Gli eredi sono gli unici deputati a firmare questo tipo di autorizzazioni – aggiunge Diego Junior – . È stato ritenuto valido un contratto che non esiste più e quindi agiremo per vie legali. Mi fa strano che una società seria come il calcio Napoli abbia dato credito a questa persona“.
Il punto è proprio questo. Probabilmente le parole di Maradona jr sono state mal interpretate. Nel senso che, se c’era malanimo o acredine, sicuramente non era rivolta verso la società.
A tal proposito, nelle ultime ore lo stesso Diego junior ha voluto precisare il suo punto di vista: “Intendo smentire categoricamente. Non ho mai dichiarato che noi figli intendiamo agire legalmente contro il Napoli. Vado allo stadio con mio nonno da quando avevo 4 anni, tifo Napoli praticamente dalla nascita. Significherebbe andare contro me stesso, la mia natura e non intendo farlo. Mi è stato semplicemente chiesto un parere sulla maglia tributo. Ho apprezzato il gesto del club, specificando che in qualità di figli di Maradona siamo aperti a qualsiasi iniziativa legata al nome e all’immagine di mio padre, essendo gli unici e naturali eredi. A maggior ragione se si tratta di opere di beneficenza...”.
Lo sfottò corre sui social
Come un pò tutte le cose che accadono all’ombra del Vesuvio, non necessariamente strettamente connesse a episodi calcistici, certamente non potevano mancare le proverbiali ironiche parodie, soprattutto sui social.
Sono fondamentalmente due, le immagini che circolano in rete, capaci di far letteralmente sganasciare di risate appassionati o semplici curiosi.
Nella prima, il viso di De Laurentiis, piuttosto che quello di Maradona, campeggia bellamente al centro della maglia.

Nell’altra, invece, è dissacrante l’accostamento tra Maradona, idealmente schierato prima del fischio d’inizio tra gli altri compagni, e Mario Rui, posizionato al centro della maglia commemorativa.


Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.