In passato, anche abbastanza recente, quando si faceva riferimento a certi record del campionato di calcio di Serie A si sentivano sempre espressioni del tipo: “Era un’altra epoca, un altro calcio”, “Questi record ormai non si batteranno mai più…”, oppure “Il calcio moderno è troppo tattico e non sarà più possibile nemmeno avvicinare quei record”. Le imprese furono eseguite da grandissimi della storia del calcio come Meazza, Nordahl, Piola ed altri grandi campioni entrati di diritto nella storia della Serie A e dei rispettivi club di appartenenza, quasi tutti in attività tra gli anni ’30 e la fine degli anni ’50, in quella che era l’Età dell’Oro del Calcio italiano, che per talenti e qualità si è rivista solo dalla fine degli anni ’80 e metà 2000 quando la mannaia di Calciopoli fece sprofondare lo sport più amato dagli italiani in una sorta di Medioevo.
Rimanemmo increduli quando Higuain riuscì, grazie ad una tripletta all’ultima giornata, a battere il record di gol di Nordahl portandolo a 36 reti. Tutti ci sentimmo fortunati ad aver potuto assistere ad un’impresa del genere e mai avremmo pensato a quello che invece sarebbe successo solo qualche stagione dopo.
Nel 2012 arriva in Serie A Ciro Immobile, classe 1990 da Torre Annunziata, che già aveva fatto vedere buone cose sia a livello giovanile che in Serie B dove aveva appena vinto il campionato ed il titolo di capocannoniere con il Pescara di Zeman. Questo ragazzo non ha la tecnica di Messi e Ronaldo, i top del suo momento storico, ma di gol ha dimostrato di saperne fare tanti, insomma è il tipico Bomber Italiano. La sua prima stagione al Genoa non è esaltante, quella successiva passa al Torino dove in 33 partite segna 22 reti che gli valgono il primo posto nella classifica marcatori. Su Immobile cado gli occhi di tutti i top team del mondo ed alla fine ha la meglio il Borussia Dortmund che, dopo aver perso la finale di Champions, lo sceglie per sostituire il partente Lewandowski. Purtroppo in Germania non si ambienta, complice anche l’esonero di Klop sostituito da Tuchel, e la stagione successiva viene acquistato dal Siviglia dove però ha gli stessi problemi dell’anno precedente in quanto Emery non sembra vederlo nel suo scacchiere tattico. A gennaio torna in prestito al Torino per provare a giocarsi il posto per Euro 2016, l’aria di casa sembra avergli fatto bene, segna 5 gol e Conte lo convoca per gli Europei.
Nell’estate del 2016 il presidente della Lazio Claudio Lotito decide di acquistarlo dal Siviglia, dopo il burrascoso caso Bielsa che invece preferiva Enner Valencia, per una cifra intorno ai 9 milioni di euro, dandogli in mano le chiavi dell’attacco dopo il ritiro di Miro Klose avvenuto qualche mese prima. Immobile a Roma sembra aver trovato il suo ambiente ideale, si trovato immediatamente a suo agio nella nuova città e con i tifosi biancocelesti scatta subito l’idillio. Ciro inizia subito a segnare, tanto, tantissimo e a vincere. Al suo secondo anno conquista la classifica cannonieri con 29 reti ed inizia a sgretolare velocissimamente i record di gol dei più importanti attaccanti della storia della Lazio: Chinaglia, Giordano, Signori, ecc.
Arriva al secondo posto, davanti a lui c’è un mostro sacro della Lazio e del calcio italiano: SILVIO PIOLA. Sembra impossibile da raggiungere, sembra troppo lontano. Invece Immobile nella stagione 2019-20, nonostante lo stop per la pandemia globale, compie il suo capolavoro: vince per la terza volta il titolo di capocannoniere con 36 gol, battendo il record di Angelillo di italiano con più gol in una stagione, quello di Nordahl ed eguaglia quello di Higuain a soli tre anni di distanza. A questo si aggiunge la Scarpa d’Oro strappata ad un campione del calibro di Lewandowski. Questo record cambia tutto. Piola adesso è lì, a portata di mano. Si discute sull’esatto numero di gol: sono 149 o 159? Ballano 10 gol segnati nel 1937 durante la Coppa dell’Europa Centrale, competizione non più riconosciuta ufficialmente. Ma Ciro non può mancare di rispetto al più grande attaccante della storia del calcio italiano, per lui contano tutti quelli realizzati sul campo. Oggi, proprio a Bergamo dove segnò la sua prima rete con la maglia biancoazzurra, l’ha raggiunto. Oggi è cambiata la storia della Lazio.
I due sono così diversi, eppure così simili: caratteristiche fisiche e di gioco non sono paragonabili, sono molto differenti, come il calcio del periodo in cui hanno giocato. Ma i numeri parlano chiaro, Piola è il miglior marcatore della storia della Serie A con 274 reti, due volte capocannoniere della Serie A, anche se non ha mai vinto nulla a livello nazionale può fregiarsi del titolo di Campione del Mondo conquistato nel 1938. Immobile ha vinto 3 volte la classifica dei marcatori, una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane, la Scarpa d’Oro e la scorsa estate anche il Campionato Europeo con la Nazionale.
Solo il ragazzo di Torre Annunziata ha avuto le carte in regola per spodestare un Dio del calcio e scrivere una nuova pagina della lunga storia della S.S. Lazio.
