SZCZESNY 6 Turista gratis nella trasferta meneghina. Peccato per lui che non abbia programmato un salto all’Ultima Cena di Leonardo o un giro alla Pinacoteca di Brera, giacché ne avrebbe tutto il tempo. Battezzato da Dzeko e da… Bonucci (lui sì in vacanza…mentale) senza colpa alcuna, nei restanti 75 minuti non c’è uno straccio di pericolo vero. Secondo me sarà più pericoloso il Sassuolo.
DANILO 6 E’ il più pericoloso degli attaccanti juventini nella prima frazione, con un tiro teso ma largo abbondantemente. Partita di posizione e di attenzione massima, Perisic è un cliente letale, ma lo regola discretamente. Nella ripresa cerca di appoggiare la manovra sulla trequarti, ma i sodali si chiamano Bentancur e McKennie ed è come predicare nel deserto.
BONUCCI 5 Esclama nel gol prescritto: “Oh, ma da dove spunta, Dzeko?”. Siccome non lo capisce, si “applica” in una situazione analoga poco dopo e buon per la Juve che Dzeko liscia la palla costringendo Szczesny all’unica bloccata di pallone di tutto l’incontro. Ripresa all’insegna dei passaggi laterali in uscita, fino a quando, in un gesto quasi atavico, si nasconde un qualche cosa nel calzettone. Siamo ai suggerimenti scritti come quando andavo a scuola, nell’era della Comunicazione tecnologica non è proprio il massimo. Lascio al lettore l’interpretazione: potrei essere drasticamente caustico.
CHIELLINI 6 Forse sarebbe il caso che non marcasse l’indio basso di statura, ma quello alto alto. Dalla panchina non arrivano suggerimenti ed allora si industria ad annullare il malcapitato Lautaro, ma il pericolo viene dai Balcani ed infatti… Gli interisti lasciano a lui l’incombenza di impostare l’azione, tanto sanno bene che non si trovano al cospetto di Beckembauer. Eppure, a forza di cercare lo spilungone, alla fine lo incrocia verso lo scadere del tempo e lo corica sul prato con le maniere di un fabbro, con conseguente giallo strameritato.
ALEX SANDRO 7 Sissignori, 7 e se lo merita tutto, visto che a 3 minuti dalla fine, tra tanti compagni scettici e demotivati, lui si spinge al limite dell’area e si procura un rigore che permette alla Juve di credere che ci sia vita oltre San Siro. Percorre almeno 500 volte il campo in su ed in giù, lotta e combatte sull’out sinistro e talvolta anche al centro. Alla faccia di tanti tifosi che non sanno cosa sia il calcio e lo “schìfano”. Andate a cogliere le ortiche!
CUADRADO 5 E’ ormai conclamata la sua malattia: non salta più l’uomo. Malattia grave e priva di qualsiasi vaccino che la debelli. Fatta salva la corsa e la spinta, alle finte non abboccano più gli avversari e perde palle velenose. Urge un ripensamento sull’efficienza del giocatore. Piange il cuore a dirlo, ma la realtà, seppur triste, è questa.
DYBALA 6,5 Entra subito lasciando andare un pallone che lo costringerebbe alla rincorsa: i muscoli sono fragili, meglio non rischiare. E fa bene, dato che dopo una lunga fase di assenza dalle azioni, si inserisce alla grande negli ultimi tentativi di pervenire al pareggio, con giocate di possesso e di appoggio al limite dell’area dei padroni di casa, mai fini a se stesse. Coglie l’opportunità di battere il rigore e di ritornare alla rete. Senza rigore, si sarebbe parlato di ritorno all’agonismo senza acuti. Così va il mondo…
McKENNIE 5,5 Un conto è la volontà a rincorrere gli avversari e un altro conto è servire al gioco. L’americanino fa legna in mezzo al campo, ma non va oltre a spaccare tronchi. Come i boscaioli delle sue parti, nerboruti, risoluti e senza fronzoli. La fantasia non abita qui. Eppure Barella si marca abbastanza da solo.
KAIO JORGE S.V. Bastano pochi minuti per vedere un trattamento di palla assai più tecnico rispetto al suo predecessore, ma gioca troppo poco.
LOCATELLI 5,5 Più per demerito dei compagni che lo ignorano bellamente preferendogli Chiellini, che per demerito proprio. 1° tempo anonimo ma non è l’unico tra gli juventini. Ripresa più sostanziosa, costantemente nel vivo del gioco, anche se la manovra stenta a palesarsi e spesso gli tocca retrocedere. Verticalizza su Morata un pallone che grida vendetta sprecare e Alvaro ci riesce colpendo la palla con la nuca all’indietro, per il calo dell’ansia di Handanovic.
ARTHUR S.V. Altro cambio della disperazione. Poco o nulla, ma in avanti.
BERNARDESCHI 6 Comincia bene, impegnando la difesa prescritta all’indietro, rincorrendolo ed opponendosi. Viene dentro il campo con decisione, occupa gli spazi e suggerisce ai compagni di centrocampo una presenza attiva. In una delle sue puntate a rete si lussa una spalla in un contrasto con Darmian ed è costretto a lasciare il campo. L’esitazione sua e dello staff medico inchioda la squadra a dover giocare in 10 per un tempo sufficiente per incassare il vantaggio. Certo che a pensare al sostituto, non sono portato certo a prendermela con la sfiga.
BENTANCUR 5 Era troppo bello immaginare che durasse il trend delle ultime prestazioni. Don Rodrigo si esibisce secondo il cliché delle partite incolori, nelle quali è già tanto che non combini guai. E’ tornato il Torero Camomillo, tra uno sbadiglio ed un contrasto di gioco perso. Ci sono gli ambulanti che vendono al mercato e gli ambulanti di centrocampo. Bentancur appartiene a questa categoria a pieno titolo. Almeno si produce in qualche recupero, coprendo la difesa. Che scialo…
KULUSEVSKI 5 Come giocare un 10 al netto dell’infortunio di Berna. Pare che si debba occupare di Brozovic e ci sta. Non ci sta invece il fatto che non si aggiusti mai il pallone, autopenalizzandosi in uscita e gettando nel non compostabile ogni tentativo di ripartenza. Dà sempre l’impressione di avere un equilibrio precario, come se dovesse ruzzolare da un momento all’altro. Con arruffoni di tal fatta, non si va molto lontano.
CHIESA 6 Ha una voglia di altra consistenza rispetto ad altri compagni e si vede subito nell’accoglienza che gli riservano i “buascia” nei contrasti. Punta l’avversario più volte, fino ad entrare in area e mettere una palla bassa in mezzo per il compagno che sopraggiunge per una rete pressoché sicura. Tutto molto bello (cit. Bruno Pizzul), ma il compagno non ci sta. Ci sta eccome il gesto che manda tutti a quel paese: è il minimo sindacale.
MORATA 5,5 Quanto deve essere dura giocare in un attacco che a definire sterile si fa un complimento ai protagonisti della Fecondazione Assistita. La partita del Meazza consacra Alvarone a ricercatore specializzato di palle e palloni che dispettosamente non finiscono mai sui suoi piedi. Ci prova di testa in torsione, ma gli manca la potenza, ci prova in mischia ma i rimpalli non lo premiano. Lo compatisco perché la squadra dovrebbe metterlo in condizione di tirare verso la porta, ma pare che sia un miraggio.
ALLEGRI 5,5 Non mi piace la formazione iniziale, non mi piace l’impalpabilità che a lunghi tratti esce dalla condizione in campo dei suoi giocatori, non mi piace sguarnire la terra di mezzo causando la ritirata della Juve verso il basso. Pare che l’Inter sia una squadra tritasassi, quando invece in tutta la gara, rete a parte, avrà fatto sì e no un paio di tiri verso Szczesny. D’accordo, si veniva da due impegni gravosi come Roma e Zenit, ma anche l’Inter non è da meno. Alcune sostituzioni quasi obbligate aiutano a sistemare le cose, ma occorre ringraziare Dumfries e il V.A.R. se no il pareggio sarebbe obbiettivo praticamente proibito. Ho l’impressione che la squadra sia stanca mentalmente e che le gambe non girino perché i comandi dal cervello non partono. Allegri fa bene ad alternare i suoi ragazzi, ma lo fa sacrificando qualcosa alla qualità. Non è detto che vada sempre bene. La vetta è tanto lontana, ma alla luce della gara odierna, poteva essere senza orizzonte. Dunque è obbligatorio crederci, iniziando dal Sassuolo nell’infrasettimanale di mercoledì contro una compagine tutt’altro che remissiva. La rosa è tornata al completo ed è un grosso vantaggio, almeno si spera.
Marco Edoardo Sanfelici