Lautaro Martinez ha segnato di testa con una splendida frustata nel match tra Argentina e Perù. Il Toro è ben altro calciatore rispetto a quello arrivato all’Inter, essendo diventato molto più concreto sotto porta.

All’inizio della sua avventura in nerazzurro, eravamo al cospetto di un attaccante di sicuro avvenire ma ancora grezzo. La media realizzativa è stata bassa il primo anno. Con l’approdo di Lukaku le cose sono cambiate radicalmente e l’ex Racing si è trovato a meraviglia con il belga. In Nazionale è entrato da tempo nelle grazie dei CT. Da gennaio 2019, il Toro è diventato titolare della Selección.

Basti pensare che il bomber argentino si rese protagonista di una gran bella incornata di testa, culminata con la parata del portiere del Venezuela, proprio all’esordio in coppia con Messi. Da quel momento è titolare inamovibile di una delle nazionali più titolate al mondo. Una Nazionale che, storicamente, ha sempre avuto signori centravanti. Il Toro è un attaccante particolare, che si sta evolvendo nel corso degli anni.

Ciò che impressiona è la sua abilità a giocare sia come prima che come seconda punta. Formidabile partner di Lukaku, Lautaro è un attaccante trasformista. Veloce, tecnico e coordinato, con il passare del tempo ha sviluppato un’ottima tecnica tiro. La sua versatilità lo ha aiutato nel suo percorso verso la trasformazione in un attaccante totale. Un calciatore che ha caratteristiche di tanti attaccanti del presente e del passato.

L’agilità in area è quella di Marcelo Salas, altro sudamericano, dotato anche di un’ottima elevazione a dispetto dell’altezza. Il Toro è formidabile in coordinazione e nel trovare il tempo giusto per l’anticipo. La poliedricità di tiro è quella del Kun Aguero, suo “rivale” in nazionale negli scorsi anni. Nonostante la grande tecnica, non è un trequartista o un assistman puro, non avendo nel passaggio e nell’altruismo le sue doti migliori. Al contrario, si avvaleva delle imbeccate prima di Lukaku e adesso di Dzeko.

L’evoluzione del Toro è già segnata, nel senso che è diventato un attaccante centrale puro. Abbiamo visto che è spesso Dzeko ad arretrare per smistare i palloni mentre Lautaro attacca la profondità. Forza nelle gambe, grinta, velocità e tecnica sono i suoi cavalli di battaglia. Con Lukaku formava una coppia straordinaria. Eppure era un po’ all’ombra di un centravanti devastante come il belga. Con Dzeko (o Correa) la scena è tutta per lui.

Cosa gli manca per affermarsi tra i primissimi attaccanti al mondo? Lautaro ha sviluppato un repertorio notevole e, come attaccante puro, non ha particolari punti deboli. Deve semplicemente affinarsi e migliorare ulteriormente in tutte le skill. Deve semplicemente affermarsi come attaccante da 25 gol in Serie A, una volta “messosi in proprio”. Le premesse sono straordinarie, vista anche l’età. Continuando su questa lunghezza d’onda il Toro entrerà definitivamente in questa dimensione eterea.