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La Lazio si è arenata dopo le due vittorie ad agosto. In campionato è arrivato il sussulto nel derby, seguito dalla netta sconfitta di Bologna. Come ogni anno, la rosa palesa problemi di profondità. Troppo netto il divario tra titolari e riserve. Una squadra che presenta varie eccellenze per la Serie A, ma anche calciatori non competitivi per la lotta Champions.

Maurizio Sarri ha bisogno di tempo. Il suo gioco è radicalmente diverso rispetto a quello di Simone Inzaghi. I biancocelesti sono schierati con un 4-3-3 che prevede l’impiego di esterni offensivi. Il minutaggio dei calciatori giovani è emblematico: gli under 23 biancocelesti sono entrati in campo per appena l’1,9% del tempo.

Non si può parlare di rosa vecchia, ma di una rosa con pochi giovani. Gli unici sono due teenager. Raul Moro è un classe 2002 e Luka Romero è un classe 2004. Quest’ultimo ha debuttato contro lo Spezia mentre il primo ha già messo a referto 6 presenze. L’argentino è diventato il calciatore più giovane nella storia della Lazio ad aver debuttato in Serie A.

Naturalmente quello dell’ex Maiorca è stato un semplice primo assaggio. Discorso diverso per il catalano, che ha già disputato varie gare, partendo anche titolare. Già con una presenza in nazionale spagnola under 21, è un calciatore di talento ma ancora acerbo.

La squadra scesa in campo dal primo minuto contro il Milan aveva un’età media di 30,7 anni. Giocatori chiave come Reina, Leiva e Pedro sono ultratrentenni. Milinkovic-Savic, 26 anni, è tra i più giovani in rosa. Pertanto, è impossibile additare il tecnico come responsabile di questa situazione. Al contrario, Sarri ha dato fiducia a un ragazzo di neanche 19 anni.

I calciatori più avanti con gli anni non sono stati sostituiti con giovani di grande prospettiva. Leiva e Immobile hanno come “vice” dei semplici comprimari. Strakosha, vice del 39enne Reina, ha interrotto da tempo la propria crescita. In conclusione, le ultimissime sessioni di mercato stanno facendo da contraltare ad annate in cui la gestione Tare era stata mirata e intelligente. Adesso il tecnico non potrà che sperare nei giovanissimi. D’altronde, mancano profili dai 20 ai 23 anni. Fascia d’età quasi preponderante, invece, nel Milan.