Donnarumma è tornato nella sua ex casa per la prima volta da quando ha lasciato i rossoneri in estate per raggiungere il Paris Saint-Germain in occasione della semifinale di Nations League tra Italia e Spagna, e anche per la prima volta da quando è stato l’eroe dell’Italia nella finale degli Europei contro l’Inghilterra a Wembley.
Fin dall’inizio però non è andata esattamente secondo i piani per il 22enne visto che su un ponte è apparso uno striscione che diceva che “Non sarai mai più il benvenuto a Milano“, mentre fuori un tifoso ha esposto uno striscione simile.
Varie fonti affermano che l’atmosfera ha finito per influenzare la prestazione di Donnarumma, chiaramente angosciato dalla situazione intorno a lui tanto da aver commesso degli errori e quando è tornato nello spogliatoio è scoppiato a piangere.
Raiola ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport durante la quale ha risposto all’accoglienza ostile ricevuta dal suo assistito, trovando anche il modo di incolpare il Milan come società.
“Sono disgustato dai fischi di Gigio, e ora mi chiedo perché il Milan non sia intervenuto ufficialmente per prendere le distanze dalla questo scempio, per difenderlo in qualche modo, dopo che quell’ignobile striscione è apparso su un ponte di Milano”, ha detto.
“Parliamo delle minacce? Ha ucciso qualcuno? La verità è che il Milan non voleva o poteva tenerlo, non fa molta differenza. Prova a chiedere a qualcuno, se padre, cosa consiglierebbe a suo figlio: restare al Milan o andare al Paris Saint-Germain?”

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