Il resoconto delle prime sette giornate della Lazio è di 11 punti con: 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Esattamente come un anno fa. È nella natura di Sarri partire in difficoltà, educare le menti dei calciatori al suo calcio richiede tempo. Figuriamoci poi in una squadra che sembrava legata in modo indissolubile al suo vecchio allenatore. Ne sono una dimostrazione le evidenti difficoltà di Immobile: scarpa d’oro con Inzaghi e criticato con Mancini.
Sarri è prima di tutto un atto di fede e bisogna aspettare prima di giudicare, un concetto di difficile assimilazione per la piazza romana. Ci si aspettavano questi alti e bassi, e fin da subito è stato detto che saranno una costante di questa stagione, definita “di costruzione” alla prima conferenza stampa.
Sono bastati pochi mesi però al comandante per entrare nel cuore del problema di questa squadra. Passano gli anni e la Lazio migliora tecnicamente e nell’organico. Ad oggi ci sono giocatori che hanno toccato la valutazione di 100 milioni come Milinkovic, c’è chi ha vinto la scarpa d’oro e chi la classifica degli assist. La rosa è di livello, è la mentalità che non è all’altezza. Nonostante le vittorie dei trofei negli ultimi anni non è riuscita ad entrare a far parte delle big. “Probabilmente la squadra si accontenta delle vittorie” centrando perfettamente il problema. Soprattutto dopo che negli spogliatoi di Bologna gli è stato detto: “Qui sono 6 anni che accade”. Molto probabilmente da Milinkovic.
Queste le parole a Sky dopo la partita:
“Siamo arrivati scarichi sotto tutti i punti di vista. Abbiamo trovato una squadra convinta e cattiva e noi dal punto di vista sia fisico che nervoso eravamo scarichi. E’ una partita da prendere in considerazione per capire i motivi di questo atteggiamento, ma anche da dimenticare velocemente. Oggi era stanco tutto l’ambiente Lazio e questo si attacca anche a chi ha giocato meno nelle ultime partite. Questo non dovrebbe succedere, ma è un discorso di mentalità. Per rimanere costantemente su certi livelli, serve un certo tipo di mentalità. Negli anni la Lazio ha sempre alternato grandi risultati ad altri meno importanti. Significa che qualcosa ci manca e piano piano lo dobbiamo costruire. La prestazione di oggi va migliorata a tutti i costi, ma non va neanche presa come riferimento”.
Il sarrismo applicato sul campo sta prendendo sempre più corpo ma, se queste sono le premesse, Sarri sembra davvero essere l’uomo giusto per far diventare la Lazio una squadra dalla mentalità vincente. Sarà un percorso lungo e se Roma è abituata a pretendere tutto e subito per questa volta dovrà aspettare.
