La Juve passa a Malmoe con prepotenza, facendo valere il palese divario tecnico tra i bianconeri e gli svedesi, reduci da quattro turni di qualificazione vincenti prima di arrivare ai gironi. Più che un match di Champions League, per la Juve di Allegri la partita sembra un test-match precampionato, neanche troppo impegnativo.

Difficile capire quanto sia la Juve a rendere tutto facile e quanto invece sia il Malmoe a non avere i mezzi per contrastare i bianconeri. Allegri schiera una formazione solida, un classico 4-4-2 con Bentancur e Locatelli in mediana supportati da due esterni differenti. Rabiot sulla sinistra tende ad accentrarsi creando densità a centrocampo mentre a Cuadrado viene lasciata libertà di offendere a piacimento. Il colombiano, del resto, è ben coperto da Danilo in fase difensiva mentre Alex Sandro è il terzino che, avendo sulla sua fascia Rabiot che agisce da regista decentrato, ha più libertà di arrivare a fondo campo.

I padroni di casa rispondono con foga, intensità e l’entusiasmo di chi non vuole fare brutta figura. La Juve però non ha voglia di giocare al gatto col topo. Sono troppe, infatti, le scorie lasciate da questo inizio campionato per permettersi di affrontare la gara con sufficienza. Capitan Dybala si divora il vantaggio dopo pochi minuti scoordinandosi al momento di calciare a tu per tu con il portiere.

Da un’azione manovrata per circuire la difesa svedese arriva il vantaggio; Cuadrado crossa basso da sinistra trovando la testa di Alex Sandro, bravissimo a riempire l’area facendo saltare le marcature difensive. Il brasiliano realizza con una bella torsione e la Juve si sblocca anche psicologicamente, togliendosi di dosso le ruggini psicologiche.

I limiti del Malmoe vengono a galla e i bianconeri ne approfittano a fine tempo, con Morata che sale progressivamente in cattedra. Lo spagnolo prima si procura il rigore, apparso netto, che Dybala realizza con un po’ di fortuna, poi si mette in proprio e realizza il tris con un pallonetto a beffare il portiere che manda la Juve negli spogliatoi largamente in vantaggio.

Nella ripresa i bianconeri fanno accademia, stanziandosi con costanza nella trequarti svedese. John Dahl Tomasson tecnico del Malmoe e vecchia gloria milanista, non varia dal 5-3-2 iniziale e mira a limitare i danni. La Juve, forse inconsciamente, limita i giri del motore in vista del big-match di domenica sera contro il Milan e soltanto Kean, subentrato a Morata e voglioso di riscattarsi dopo il delittuoso errore di Napoli, regala un sussulto con un guizzo vanificato dal fuorigioco e un altra occasione vanificata dal portiere Diawara nel finale.

Allegri ritrova dunque certezze nella “normalità” di un 4-4-2 solido e allo stesso tempo pericoloso grazie ai movimenti imprevedibili di Dybala tra le linee, alla capacità di occupare l’area dei centrocampisti, alla pericolosità di Cuadrado e allo stato di grazia di Morata; tutti spunti per Allegri in vista del match, già decisivo, contro il Milan previsto per domenica sera.

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