Se Mourinho ha potuto festeggiare la sua millesima panchina con una vittoria gran parte del merito, inutile nasconderlo, è stato di Rui Patricio che ha sfornato una serie di parate in sequenza che dalle parti di Trigoria non si vedevano dai tempi di Alisson.
Il portiere portoghese, con personalità, aveva già sfornato parate di livello sia con la Fiorentina, memorabile su una girata ravvicinata di Vlahovic che con il Traabzonspor dove aveva tolto dall’incrocio un colpo di testa ravvicinato che avrebbe potuto riaprire il discorso qualificazione. “Rui è Rui” aveva sentenziato lo Special One, proprio nel momento in cui, dopo qualche amichevole estiva gestita con sufficienza dal connazionale, era finito nel mirino di qualche critica borbottava per qualche sua défaillance di troppo nel disimpegno con i piedi.
Da Roma-Sassuolo la (brutta) storia di una Roma senza portiere, dopo anni di esperimenti più o meno falliti, può definitivamente ritenersi conclusa: Rui Patricio è stato per distacco il migliore in campo in una partita che senza il suo contributo avrebbe avuto certamente un esito diverso.
La forza di un grande portiere è rispondere presente anche se sollecitato una sola volta per un’intera partita e il nazionale portoghese ha saputo farlo con grande bravura in partite più semplice. In una partita senza logica come la gara di ieri tra Roma e Sassuolo si è esaltato rispondendo con vere proprie prodezze prima a Berardi e poi a Boga, esaltandosi in uscita bassa e salvando il risultato.
La Roma, dopo anni di Pau Lopez e Olsen, sembra finalmente aver trovato un portiere che “porta punti” e che con l’autorità dei 34 anni che ha, comanda la difesa mettendoci una pezza quando la situazione si fa veramente pesante.
Mou ricorderà questa partita per sempre e se il ricordo avrà un sapore dolce, sarà stato merito del suo estremo difensore che per una notte ha voluto fare a lui e a tutti i tifosi giallorossi il più bello dei regali: la vittoria.

Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.