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“WEAH, WEAH, WEAH, WEAAAAAAH. GRANDE GEORGE!”. Così, 25 anni fa, commentava Tiziano Crudeli il coast-to-coast del liberiano contro il Verona.

Potenza della natura– È il 1995, e nel PSG gioca lì davanti un liberiano. I francesi arrivano in semifinale di Champions League trascinati proprio dalle 8 reti dell’africano. Il suo nome? George Weah. A fine annata George vince persino il Pallone D’oro. Ma il premio non lo alza con la maglia de Les Parisiens. Perché infatti la sua velocità incredibile e il suo strapotere fisico, uniti a un tiro assurdo, convincono il Milan, vedovo di Van Basten, ad acquistarlo. La storia quindi si ripete: il miglior attaccante al mondo veste di Rossonero.

Milan– I tifosi subito si innamorano di lui. Certo, non è come Marco, ma non è l’ultimo arrivato, anzi. Che sia forte lo si capisce fin da subito. Però c’è un momento iconico nella sua carriera. Era una domenica, precisamente di 25 anni fa. Settembre si portava dietro, ancora per poco, il caldo estivo. E sotto il sole si giocava Milan-Verona.

La partita– Per la cronaca, il Milan stava vincendo 3-1, quando al minuto 85 gli ospiti battono un angolo con Manetti. Il lancio è troppo lungo, e finisce sui piedi di Weah. Il liberiano non calcia via il pallone, ma inizia a correre con la velocità di un ghepardo. A centrocampo gli si fanno incontro 2 avversari, ma nulla da fare, favorito dal fisico e da un rimpallo mantiene il possesso del pallone. Ci pensa poi Corini a provare a fermarlo al limite dell’area. Ma il Re d’Africa, con un tocco in avanti, si sbarazza del centrocampista. Poi c’è l’estremo difensore, Gregori, che per Weah non è altro che una semplice preda. Tiro potente, un missile, a incrociare, e gol. In 14 secondi George ha riscritto la storia del calcio con uno dei gol più belli. Un coast-to-coast unico.

14– In quei 14 secondi ci stanno tutte le qualità del più grande calciatore africano di sempre. Velocità, potenza, tecnica, e soprattutto tanta pazzia e creatività. Un gol sicuramente degno di chi il Pallone D’oro lo ha vinto.