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Tammy Abraham è arrivato alla Roma tra tante aspettative. L’esordio in giallorosso è stato positivo. L’ex Chelsea ha messo a referto due assist, colpendo anche un legno. Naturalmente è prematuro per esaltare il calciatore ma gli auspici sembrano positivi.

Abraham è chiamato a invertire la tendenza dei calciatori inglesi (e britannici) in Italia. Questi ultimi hanno quasi sempre fallito negli ultimi 30 anni. Fallito o quantomeno deluso le aspettative. D’altronde negli anni ’80 e ’90 la Serie A era l’ombelico del mondo. Eppure anche i calciatori arrivati nel nuovo millennio non hanno certo incantato.

Basti pensare a Micah Richards, ex grande promessa del Manchester City, oppure Ashley Cole, ex stella del Chelsea. Dopo anni a difendere i pali di nazionale inglese e Manchester City, Joe Hart ha totalmente fallito al Torino. Paul Gascoigne ha alternato gradi giocate a tante fasi di abulia e indolenza. Paul Ince ha iniziato malissimo poi, sotto la guida di Roy Hodgson, è tornato a livelli accettabili. Lontano dai fasti del Manchester United.

Il caso di David Platt è invece particolare. Bene in provincia con il Bari, ha fallito in una big come la Juve, per poi riprendersi alla grande alla Sampdoria. David Beckham è invece arrivato al Milan da ultratrentenne. Buone prestazioni ma i tempi dello United erano lontani.

Particolare anche la situazione di Trevor Francis. Grande protagonista dei successi del Nottingham Forest di Clough, l’inglese disputò una grande stagione con la Sampdoria, prima di essere falcidiato dagli infortuni. A Bergamo non andò certo meglio. Luther Blisset, arrivato al Milan con un grande pedigree (capocannoniere al Watford), fece talmente male da essere ribattezzato Luther Miss It e Callonissett. Mark Hateley, arrivato in rossonero dopo 22 gol in 38 partite con il Portsmouth, è stato estremamente discontinuo, segnando 17 gol in Serie A in tre anni.

Restando in Gran Bretagna, pensiamo a Ian Rush, straordinario a Liverpool, deludente a Torino con la maglia della Juve. Il gallese è tornato a segnare a raffica una volta “rincasato”. Joe Jordan ha giocato tre anni in Italia, due al Milan e uno al Verona, facendo benino solo nella seconda annata.

Senza né infamia né lode finora le prestazioni di Chris Smalling, connazionale e compagno di squadra di Abraham. Una Rometta può anche accontentarsi delle sue performance. Adesso siamo però al cospetto di una Roma che ha investito e con grandi propositi. D’altronde con José Mourinho l’asticella si è alzata e l’obiettivo è arrivare in Champions e alzare finalmente un trofeo. E Tammy Abraham è chiamato a invertire la tendenza dei suoi connazionali in passato