Vialli-Mancini e il gruppo Sampdoria: quella finale di Coppa Campioni a Wembley nel ‘92 da vendicare
Spulciando il profilo Instagram di Attilio Lombardo emergono foto di quella Sampdoria che, sotto la guida di Vujadin Boskov, vinse il campionato italiano nel 1990/1991. L’esterno di origini campane, il CT azzurro e il collaboratore Gianluca Vialli sono tra gli ex calciatori di quella Sampdoria che fanno parte dello staff di questa Nazionale.
L’Italia si gioca la finale di Euro 2020 a Wembley. Nel 1992 la squadra di Vujadin Boškov era arrivata in finale di Coppa dei Campioni. L’avversario era il Barcellona. Lontano dalla squadra di Guardiola e Messi ma pur sempre una big. Wembley era gremito in ogni ordine di posto. I catalani partirono con i favori del pronostico ma i Blucerchiati, forti di un gruppo straordinario, erano pronti a stupire.
Il campionato era stato deludente ma nella rassegna continentale quella Sampdoria sembrava lo squadrone dell’anno precedente. Dopo sedicesimi e ottavi, la Samp fu inserita in un girone da quattro. Nel primo turno eliminatorio prima di questi gironi, i Blucerchiati strapazzarono il Rosenborg. La Honved diede filo da torcere, pur essendo lontana dai fasti degli anni dell’Ananycsapat. Solo al Marassi gli uomini di Boškov ribaltarono il match.
Nei gironi le avversarie erano Stella Rossa (detentrice del trofeo), Anderlecht e Panathinaikos. La vincente sarebbe andata in finale. La Samp riuscì nell’impresa grazie soprattutto a una doppia vittoria contro gli jugoslavi. Eppure all’ultimo match, i Blucerchiati furono fermati dal Panathinaikos, ma la sconfitta della Stella Rossa contro i belgi diede a Vialli, Mancini e compagni l’accesso alla finale.
Wembley era il tempio del calcio. La Samp c’era arrivata al primo tentativo. Quel Barcellona era allenato da Johan Cruyff. Vantava tra le proprie fila calciatori del calibro di Koeman, Stoickov, Laudrup, Guardiola ed Eusebio Sacristán. Il tecnico jugoslavo dispose la formazione con il classico 4-4-2. Pagliuca, Mannini, Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo, Bonetti, Vialli, Mancini.
Vialli fu vivace, frizzante e volitivo, ma sbagliò due occasioni davanti al portiere. Errori che non si perdonerà. Il filo dell’equilibrio fu rotto da una prodezza di Koeman nei supplementari. Punizione rasoterra, forte, ma non imparabile per Gianluca Pagliuca. A 8 minuti dal termine, la Samp si catapultò in avanti alla ricerca del pari che le avrebbe dato la possibilità di battersi ai calci di rigore. I doriani non riuscirono nell’impresa.
Dietro il celebre abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini in Italia-Austria c’è questa voglia di riscatto lunga 29 anni. Stradivialli ha coronato il sogno Champions qualche anno dopo, ma con la maglia della Juve. Mancio non lo ha mai assaporato. Quel pianto nel tempio londinese lasciò il segno. L’abbraccio tra i due gemelli del gol ha significato tanto. Ma l’Italia non era ancora all’ultimo atto.
Oggi è il giorno della resa dei conti. Assieme a loro due e ad Attilio Lombardo, nello staff azzurro vi sono anche Giulio Nuciari e Fausto Salsano. Alberico Evani arrivò nel 1993. Quella grande straordinaria famiglia vuole coronare il sogno, un sogno cullato quasi 30 anni, per riprendersi quella notte di Wembley.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione