Attenzione Italia: Harry Kane non è Lukaku, Chiellini lo può soffrire
L’apparenza inganna, perché Harry Kane fisicamente sembra il classico ariete che si stanzia nell’area di rigore per fare a spallate con i difensori e trovarsi il suo spazio per colpire, sfruttando l’incredibile fisicità. Niente di più lontano dal vero.
Harry Kane può essere anche questo, ma il capitano inglese è anche tanto altro: la sua capacità di uscire dalla linea di difesa avversaria per coinvolgere i compagni nella manovra è qualcosa di raro e anomalo nel panorama mondiale.
Kane non vivacchia in attesa del pallone, lo cerca e lo tocca andandoselo a prendere fino a centrocampo per innescare i terzini, o uscendo sulla trequarti per permettere l’imbucata alle due ali che gli girano intorno.
Accostato spesso a Lukaku, banalmente per media realizzativa e caratteristiche fisiche, il centravanti del Tottenham ha un modo diverso di aggredire la profondità ed è più corale, una caratteristica sviluppata soprattutto durante la gestione di Mourinho, come dimostra la differenza di queste “heatmap” che mostrano i movimenti dei due attaccanti durante questi europei.


Come si vede, Kane copre tutta la zona d’attacco senza predilezioni particolari per il centro, caratteristica molto accentuata invece in Romelu Lukaku. L’attaccante interista, più avvezzo a cercare profondità e palla sui piedi, è stato arginato da Chiellini nello scontro diretto grazie a una marcatura classic uomo-su-uomo, pur rendendosi comunque pericoloso grazie alla sua classe.
Difficile che il nostro capitano possa riuscire nello stesso intento con Kane ed anzi, dovrà stare attento a non farsi “tirar fuori” dall’ultima linea di difesa quando il centravanti uscirà a prendere il pallone sulla trequarti. Una “mossa alla Dani Olmo” che ha già indotto Re Giorgio all’errore contro la Spagna, attirato dal “sangue” della marcatura sul trequartista senza accorgersi dell’imbucata di Morata.
Il continuo galleggiare sulla trequarti del capitano inglese dovrà essere arginato a turno da Jorginho e Barella, con Chiellini e Bonucci pronti a reggere l’urto degli inserimenti di Sterling e Saka, ma anche di centrocampisti dinamici come Mount, devastanti nel passare tra le linee e bucare le difese avversarie.
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Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.