Il match tra Croazia e Spagna è stato scoppiettante e incredibile. Una partita dove l’aspetto psicologico ha preso il sopravvento su quello tecnico. Il protagonista, prima nel male poi nel bene è stato l’estremo difensore spagnolo Unai Simón. La Roja ha vinto, avendo la meglio dei supplementari, spinta da un grandissimo Morata.

Il primo tempo ha visto un predominio territoriale degli uomini di Luis Enrique. Gli spagnoli hanno tenuto palla nel primo tempo e hanno avuto una grossa occasione con Morata. L’ex tecnico del Barcellona ha puntato sul giovanissimo Pedri e su Sarabia dal primo minuto. E l’esterno del PSG è stato tra i migliori in campo.

La frittata di Unai Simón, che ha portato al gol del vantaggio della Croazia, ha scombussolato le Furie Rosse per qualche minuto. Non è certo la prima volta in questa stagione che l’estremo difensore basco commette una follia di questo tipo. Primi 20 minuti eccellenti della Spagna, poi l’errore clamoroso del portiere su passaggio di Pedri da 40 metri ha causato problemi emotivi ai ragazzi di Luis Enrique. La cosa straordinaria è stata però la corsa di Azpilicueta, leader del Chelsea, per andare a consolare il proprio portiere.

La Croazia è andata vicino al 2-0 con Vlasic, che ha fatto tutto bene prima di allargarsi troppo, con un ultimo passo inutile verso l’esterno, per poi tirare a lato. Ripresasi dai minuti di sbandamento, la Roja ha continuato a macinare gioco, trovando il gol con Sarabia a seguito di un azione avvolgente. Dopo essersi autosabotata, la Spagna ha quindi ritrovato la giusta calma.

Nella seconda frazione di gioco il canovaccio tattico non è cambiato. Prima dell’ora di gioco, è arrivato il gol di Azpilicueta con un inserimento da dietro. Splendido il cross di Ferran Torres, ma è da sottolineare il fatto che la Roja manda in area tanti calciatori. Giocata esemplificativa della qualità tecnica degli spagnoli. Spagna che ha poi trovato anche il terzo gol dopo un’incredibile dormita della Croazia durante una sostituzione spagnola.

Dopo il minuto ’80 la partita sembrava avviarsi sonnecchiante verso una facile qualificazione dei ragazzi di Luis Enrique. I cambi di Dalic si sono però rivelati proficui. Orsic e Pasalic hanno trovato due gol che hanno portato al pareggio. La Spagna ha alternato momenti di grande calcio a dormite continue. La fase difensiva non ha funzionato. La linea arretrata, schierata altissima, si è esposta a rischi evitabili. Così come non ha convinto la situazione di un centrale.

Oltre al discorso tecnico-tattico, questa partita ci ha dimostrato che la testa ha sempre un’incidenza enorme sulle gare. Come direbbero gli inglesi, Unai Simón è passato “from zero to hero”. Decisiva la parata all’inizio del primo tempo supplementare. Il gol del sorpasso croato avrebbe potuto avere effetti devastanti sulla spagna.

Sono arrivati poi i due gol nel giro di pochi istanti. Prima Morata, che si è poi travestito da assistman per Oyarzabal. Prima il gol con controllo perfetto dopo un’incredibile errore difensivo dei croati, poi l’azione eccezionale e l’assist per il compagno. Diametralmente opposti gli ingressi di Fabian Ruiz e Dani Olmo. Il centrocampista del Napoli è parso spaesato, l’esterno del Leipzig ha fatto invece la differenza.

La Spagna ha quindi alternato momenti di calcio di altissima scuola a incredibili black-out. Gli spagnoli, spinti da un Morata devastante, hanno manovrato bene, sfruttando poi al meglio una fase difensiva da oratorio degli avversari. A loro volta, hanno sofferto troppo dietro. Contro Mbappé e compagni servirà ben altra continuità. La Croazia è lontana da quella del 2018. La compagine di Dalic è decisamente meno equilibrata e, soprattutto, ha perso alcuni uomini chiave.

Il 5-3 finale esemplifica l’idea di croce e delizia degli spagnoli. Tante scelte a disposizione. Forse fin troppa abbondanza in alcuni ruoli e carenze enormi in altri. Il calcio espresso oggi è stato divertente. Se Luis Enrique non appone correttivi alla fase difensiva, rischia tuttavia di far divertire più gli avversari.